TORINO - È Coppa Italia, non Champions League. Ma il metodo potrebbe essero lo stesso: segno alla Juventus, le tolgo la possibilità di alzare il trofeo al cielo e poi la raggiungo a Torino. Cristiano Ronaldo ha aperto la strada nel 2018: rovesciata allo Stadium, rigore finale al Bernabeu con tanto di eliminazione dei bianconeri e successivo trasferimento alla corte del presidente Andrea Agnelli. Tutto in pochi mesi. Percorso ripetuto l’anno scorso da Matthijs De Ligt. Prima il difensore olandese ha chiuso in anticipo l’avventura europea di Chiellini e compagni con uno stacco di testa imperioso nei quarti e nel giro di poco tempo si è aggregato ai campioni d’Italia. Arkadiusz Milik, autore dell’ultimo e decisivo tiro dal dischetto nella finale di Coppa Italia dell’altra sera, magari non conosceva il detto italiano del “non c’è due senza tre”, ma sicuramente nelle ultime ore glielo hanno raccontato in tanti. Il polacco è attaccante (come CR7) e ex Ajax (come De Ligt), ma in comune con i due juventini ha soprattutto un’altra cosa: ha giustiziato i bianconeri con in testa già il pensiero di poterli raggiungere.
Se Cristiano Ronaldo, tra un incrocio e l’altro di Champions League, nella primavera del 2018 chiese al suo super agente Jorge Mendes di iniziare a parlare con il dg Fabio Paratici di quello che poi è passato alla storia come l’affare del secolo, anche De Ligt ha eliminato la Juventus consapevole di poter anche passare dall’altra parte in breve tempo.
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