Kluivert: "Arsenal? Sto bene in Italia e questo è solo l'inizio"

L'attaccante della Roma non si pone limiti: "Voglio diventare una leggenda come mio padre"
Kluivert: "Arsenal? Sto bene in Italia e questo è solo l'inizio"© LAPRESSE

TORINO - Non ha voluto parlare di calciomercato, le voci riguardo l'interesse di Arsenal e Juve nei suoi confronti per adesso rappresentano solo un motivo d'orgoglio, non possono trasformarsi in distrazione. Justin Kluivert per adesso preferisce concentrarsi solo sulla Roma, per chiudere al meglio la stagione e proseguire il suo percorso di crescita. Così, quando il portale "voetbalzone" prova a stuzzicarlo sul possibile scambio con Mkhitaryan che potrebbe condurlo a Londra, lui preferisce glissare: "Sono contento dell'aiuto che ci sta dando Henrikh e spero che lui e Chris Smalling rimangano qui dopo questa stagione. Sono i nostri migliori giocatori". Sempre sull'armeno Kluivert ha speso altre parole d'elogio: "Mette la sua esperienza a disposizione della squadra e anche a me. Posso guardare un giocatore che ne ha già vissute tante. Ha avuto una grande carriera e ha giocato in molti grandi club. Posso sicuramente imparare da quello. Parliamo molto, perché giochiamo più o meno nelle stesse posizioni e occasionalmente mi dà suggerimenti o enfatizza ciò che faccio bene". 

Un nuovo ruolo con Fonseca

E i risultati si stanno vedendo, visto che anche Fonseca sta apprezzando i miglioramenti di Justin Kluivert, dimostrandolo con una fiducia sempre maggiore: "Naturalmente sono molto contento delle parole del mio allenatore. Abbiamo un'ottima relazione. È un bravo tecnico e per me è anche importante che parli un buon inglese. Capisco quasi tutto quando parla e sono contento del mio ruolo nella squadra. All'Ajax ho davvero giocato da esterno puro, mentre qui sono un po un 'dieci' o un'ala sinistra”. Così si sta togliendo anche la soddisfazione di segnare più gol rispetto al passato: "Credo di si. Non devo andare sempre uno contro uno come ero solito fare, ma ho l'opportunità di trovare la mia posizione sul campo. Ho più libertà e la gestisco sempre meglio". Insomma, un altro giocatore rispetto a quello visto al suo primo anno in Italia: La mia prima stagione è stata difficile, perché per me era tutto nuovo. Sono venuto qui da ragazzo, vivevo da solo per la prima volta in vita mia e dovevo abituarmi a un'altra lingua, ad altri giocatori a un sistema di gioco diverso. Devi abituarti a tutto. Fortunatamente le cose stanno andando molto meglio ora. Puoi vederlo nelle statistiche e sto anche meglio con me stesso. Se ti senti bene, poi si vede sul campo. Questo è ciò per cui ho lavorato duramente".

Gli obiettivi stagionali

Anche grazie a questa positività di Kluivert, la Roma spera di poter raggiungere i suoi obiettivi in questa seconda parte di stagione che sta per ripartire: Noi come squadra abbiamo espresso l'obiettivo di raggiungere la Champions League e questo è ancora possibile. Quindi puntiamo a questo, nient'altro. Poi arriverà anche l'Europa League e punteremo alla vittoria. Parlo per me stesso e penso pure per tutto il resto della squadra. Crediamo di poterla vincere e ci aspettano tante finali una dopo l'altra. Non vedo l'ora". Ambizione e personalità, doti che avevano contraddistinto anche la carriera di suo padre, Patrick Kluivert, che adesso il giovane Justin vorrebbe emulare: "Se posso diventare bravo come lui? Certamente ci credo, ma so anche che non sarà facile. Ha segnato molto, gli riusciva con facilità. Naturalmente spero di diventare una leggenda come lui un giorno. Nel mio ruolo attuale nella Roma sono molto coinvolto nel gioco e riesco a segnare più gol, ma non sono ancora vicino al suo livello”.

La ripresa senza tifosi

L'inevitabile paragone con il padre, tra l'altro, genera sempre dibattito e qualche critica, soprattutto in Olanda: "Trovo strano che, dopo il mio trasferimento in Italia, all'improvviso non credano più in me. Anche mio padre pensava che sarebbe stato meglio se fossi rimasto nei Paesi Bassi per un altro po', ma mi sostiene. Le persone che mi sono vicine forniscono un'influenza positiva e questo mi aiuta a ottenere il massimo dalla mia carriera". Questo scetticismo però non ha fatto altro che caricarlo ancora di più: "Ho visto molte volte che la gente pensava che non avrei giocato di nuovo quando è stato acquistato un nuovo giocatore, ma sono ancora lì. Continuo a fare del mio meglio e faccio vedere che si sono sbagliati. Sto bene in Italia e questo è solo l'inizio”. Riguardo la ripresa del campionato, l'olandese ammette che non sarà così semplice riprendere il ritmo e abituarsi a giocare senza pubblico: "Ci vorrà un po' per abituarsi, ma non dovrebbe fare alcuna differenza. I tifosi normalmente forniscono una spinta motivazionale, quindi dobbiamo crearcela da soli. Ultimamente abbiamo giocato tra di noi per prepararci a riprendere la competizione, quindi sappiamo cosa aspettarci".

Il problema razzismo

Infine sul razzismo: "Il razzismo è la cosa peggiore al mondo. Non appartiene a questa era. Dovrebbe essere finito, ma sfortunatamente non lo è ancora. Quando vedi quante persone si ribellino, è solo un messaggio positivo. Dobbiamo tutti rendere il mondo un posto migliore. Insieme. Senza parlare di bianco o nero, ma solo di persone. Ecco perché mi piace il fatto che così tanti ci prestino attenzione". Sotto questo punto di vista, tra l'altro, anche la Roma si sta muovendo in prima persona: "Stiamo sicuramente lavorando a questo problema in gruppo. Ne parliamo e speriamo che arriverà un momento in cui tali discussioni non saranno più necessarie. Se farò un'esultanza di solidarietà in caso di gol? Vedremo. Dovresti vivere quel momento. Personalmente non sono stato vittima di razzismo, ma molti altri sì e non va bene. Il calcio dovrebbe essere divertente e non un modo per tentare di ridicolizzare le persone".

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