© Getty ImagesTORINO - Sarà anche calcio d'estate, per giunta in questo anomalo 2020 che ha spinto test ed esperimenti pre-campionato fino alle porte dell'autunno. Ma l'inatteso passo falso nell'amichevole di ieri contro la Pro Vercelli ha reso palese quel che già era evidente prima. Ovvero che, a questo Torino, serve maledettamente una fonte di gioco - titolare e pure riserva - che sappia irrorare con acqua cristallina la manovra ancora imprigionata nei pensieri di Marco Giampaolo. Il quale, non a caso, in maniera sempre più insistente sta ripetendo un nome ben preciso a Urbano Cairo e Davide Vagnati: quello di Lucas Torreira, naturalmente.
E mentre sogna di riabbracciare il talento uruguaiano tutto fosforo dell'Arsenal, esploso alla Sampdoria grazie alle sue certosine cure, il tecnico granata prova intanto a far legna con quel che passa il convento. Quindi schierando in cabina di regia Tomas Rincon. Generoso, volenteroso, ma le cui caratteristiche finiscono inevitabilmente per cozzare con le inderogabili richieste di un gioco improntato su tecnica e velocità, a maggior ragione per una pedina così importante dello scacchiere tattico.
«Il mister mi ha chiesto di interpretare il ruolo in maniera completamente differente rispetto a prima – le laconiche considerazioni espresse ieri dal General, nel prepartita –. Già in Germania mi era capitato di agire davanti alla difesa con allenatori votati a proporre il proprio gioco, quindi i movimenti non mi sono del tutto nuovi. E poi, oltre alla qualità tecnica, serve comprendere bene ogni concetto: come smarcarmi, quando poter giocare di prima intenzione. Dal canto mio, insomma, sono a completa disposizione: imparare è bello ad ogni età». Anche se, in questo caso, l'impiego da playmaker più che un esperimento pare una grottesca forzatura. Confermata, con il senno di poi, dalle [...]
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