MILANO - Prigionieri di... Christian Eriksen. Ma anche di Marcelo Brozovic. La seconda fase del mercato dell’Inter, ovvero l’acquisto di un big per completare l’organico, identificato in N’Golo Kanté, passa tutta dalle cessioni dei big considerati non funzionali al progetto da Antonio Conte. Il problema è che Kanté, la cui posizione nel club londinese non è più imprescindibile, viene comunque valutato da Marina Granovskaia, plenipotenziaria del Chelsea, non meno di 60 milioni. Forse presentandosi con 50 milioni la posizione del Chelsea potrebbe allentarsi, ma oggi l’Inter non ha minimamente quella cifra. Per arrivare a quella quota, sono necessarie le cessioni. Quella di Godin al Cagliari permetterà di far respirare leggermente il monte ingaggi, ma non produrrà plusvalenze o incassi particolari, così come rischiano di non produrre grossi guadagni le partenze di Joao Mario o Vecino (entrambi potrebbe essere richiesti solo in prestito) o l'addio di Asamoah.
Per arrivare a Kanté serve una vendita importante e qui si torna ai suddetti Eriksen e Brozovic, due big con valutazioni alte e profilo internazionale. Il danese è stato il colpo di gennaio dell’Inter, acquistato dal Tottenham per 20 milioni (27 a bilancio per le commissioni agli intermediari), anticipando così una ricca concorrenza pronto a riempirlo d’oro per luglio, quando sarebbe stato svincolato dal club inglese. Eriksen, però, come noto, non ha legato con Conte e siccome il tecnico è rimasto al suo posto, avendo determinate garanzie del club, è difficile pensare che lo status del danese cambi: Conte vuole andare avanti col 3-5-2 che dà forti garanzie e quindi Eriksen rischia di rimanere una... carissima alternativa. Ma l’Inter può pensare di iniziare la stagione con una riserva da 7.5 milioni d’ingaggio all’anno (che arrivano a 10 con i bonus)? Per questo, se arriverà un’offerta da circa 40 milioni, seppur a malincuore, verrà ceduto. Ma di proposte, in particolare dalla Premier, per ora, non ce ne sono.