Suarez, il mese della verità: ecco tutti i nodi

Dopo lo sto alle indagini deciso da Cantone riprende la ricerca delle prove: mail e chat
Suarez, il mese della verità: ecco tutti i nodi© EPA

TORINO - Le prove. Le prove non tanto del fatto che l’esame sostenuto da Luis Suarez presso l’Università per stranieri di Perugia sia stato taroccato, concordato, contraffatto. Quelle, tutto sommato, sono irrilevanti per le sorti della Juventus. No, ciò che conta davvero - ai fini delle sorti dei dirigenti del club bianconero e magari della stessa squadra, che nel peggiore dei casi rischierebbe penalizzazioni in classifica - sono le prove dirette del fatto che ci sia stato un “mandante” e che quel mandante sia la Juventus: vuoi per tramite degli avvocati, vuoi per tramite del direttore generale Fabio Paratici, vuoi per tramite del direttore sportivo Federico Cherubini (non indagati). Senza quelle, di prove, dirette, diventa ben difficile dimostrare che vi siano stati reati di corruzione (o concorso in corruzione) e andare eventualmente oltre gli avvisi di garanzia per i reati di rivelazione di segreto d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici notificati al rettore Giuliana Bolli Grego, al direttore generale dell’ateneo Simone Olivieri, alla professoressa Stefania Spina, all’esaminatore Lorenzo Rocca e all’impiegata Cinzia Camagna (per quest’ultima, solo falsità ideologica).

Al momento, ad esempio, molto clamore fa quel «ho parlato con gli avvocati della Juve, dopo Suarez facciamo un accordo, ci mandano i calciatori della Primavera» detto l’11 settembre dal direttore Olivieri al docente Rocca. Ma mancano gli effettivi riscontri di una conversazione avuta, in questo senso, con i legali bianconeri. Così come finora non sono emerse evidenze di esplicite richieste da parte dei vertici bianconeri di forzare le procedure. Si è fermi alle richieste di informazioni che avrebbe fatto Cherubini e ai ringraziamenti che avrebbe fatto Paratici. Prove di corruzione, non risultano.

Resta peraltro ancora da capire nel dettaglio a chi spetterà il compito di cercarle, queste prove, dopo l’intervento del Procuratore Capo Raffaele Cantone, che ha sospeso le indagini a tempo indeterminato a causa delle continue violazioni del segreto istruttorio: «Saranno tutte riprogrammate in modo da garantire la doverosa riservatezza».

Al netto dei tempi di ripresa, le tempistiche di indagine si annunciano tutto sommato rapide. Sotto esame c’è il materiale informatico sequestrato, e la cronologia è compresa grossomodo tra il 25 agosto (deflagra il caso Messi-Barcellone, che dà il la all’interessamento della Juventus per Suarez) e il 22 settembre (prime indiscrezioni circa l’inchiesta). I computer dei docenti, i telefonini sono al vaglio. Non quelli dei dirigenti bianconeri, che pure sembra li abbiano spontaneamente offerti agli inquirenti.

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