Roma, Friedkin tiene i big. È mancato solo l'acuto finale

Nonostante l'arrivo con brivido di Smalling, non c'è la svolta finale: le lacune restano ancora
Roma, Friedkin tiene i big. È mancato solo l'acuto finale© LAPRESSE

ROMA - ll giallo-Smalling se lo sarebbero volentieri risparmiato. Ora però che il primo mercato targato Friedkin s'è concluso si può tracciare un primo bilancio sulla nuova Roma: la squadra non è più forte di quella dello scorso anno. Alcuni elementi della rosa hanno un anno in più e l'unico reparto che sembra migliorato - proprio con l'arrivo dell'inglese - è la difesa. Kumbulla in più e la crescita di Ibanez regalano certezze maggiori a Fonseca che ora dovrà reintegrare in rosa almeno Fazio, promesso sposo che ha lasciato sull'altare la Sampdoria, non essendoci stati i tempi di ultimare l'operazione. Juan Jesus, invece, non rientra da tempo nei piani del portoghese. E a breve potrebbe finire fuori dai radar (destinato a finire fuori rosa, avendo rifiutato ogni tipo di trasferimento).

È chiaro che dopo aver ereditato la situazione disastrosa a livello debitoria da parte di Pallotta non ci si poteva aspettare acquisti ultramilionari. Già aver evitato le partenze dei fiori all'occhiello della rosa può esser visto come un primo passo in avanti della nuova proprietà. Oltre a Zaniolo e Pellegrini, i Friedkin sono riusciti a resistere all'assalto del Napoli per Veretout. In entrata, invece, le operazioni hanno previsto almeno per questo primo anno esborsi minimi, caratterizzati (tolto il parametro zero Pedro e Mkhitaryan che si è svincolato dall'Arsenal) dalla formula più in voga nel calcio italiano: prestito con obbligo di riscatto. In alcuni casi, leggi Kumbulla, addirittura biennale. La Roma rimane con la scure del centinaio di milioni di plusvalenze che le cessioni effettuate in questa sessione hanno limato di poco  [...]

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