Emerson Palmieri: "Al Chelsea gioco poco, mi piacerebbe tornare in Italia"

Così il terzino della Nazionale azzurra: "Tra due mesi valuterò la miglior soluzione per me. Ci sono stati interessamenti, ma niente di concreto. Nel calcio cambia tutto molto rapidamente"
Emerson Palmieri: "Al Chelsea gioco poco, mi piacerebbe tornare in Italia"© Getty Images

FIRENZE - "Credo che la miglior cosa in questo gruppo sia l'unione, sembriamo una famiglia. Questo posso dirlo con il cuore perché da quando sono arrivato sono sempre stato ben accolto da tutti. Questa è la nostra migliore qualità, che poi portiamo in campo. Credo che la nostra unione stia facendo tornare le cose al posto giusto perché l'Italia merita di stare al top". Dal ritiro di Coverciano, il terzino del Chelsea Emerson Palmieri racconta i segreti della Nazionale azzurra a caccia del primo posto nel proprio girone di Nations League: "Tutte le volte che vengo qui in Nazionale gioco, mi diverto e mi sento bene. Credo che nel calcio di oggi devi gestire bene tutti i calciatori. Loro hanno questa capacità: non ci sono solo staff e giocatori, noi qua siamo tutti amici, tutti fratelli, parliamo non solo di calcio, ma anche della vita e di altre cose. Questo mi fa molto piacere e anche al resto dei compagni perché il calcio è cambiato tanto e oggi se uno staff sa gestire bene la squadra fuori dal campo, c'è tutto per far andare bene le cose. Questa credo sia la differenza".

Emerson: "L'Italia è sulla strada giusta"

Sulla mancata qualificazione al Mondiale del 2018, tre anni precisi fa: "Ero a Roma perché se non ricordo male mi ero fatto male al ginocchio, fui convocato ma purtroppo non potei andare perché ero infortunato. Vidi la partita e fu una situazione che non fa bene neanche ricordare perché vidi i miei amici in tv che piangevano, non fu facile" ha ricordato Emerson, che parlando della rivoluzione apportata da Roberto Mancini negli ultimi tre anni ha messo in evidenza come "il calcio sia cambiato tanto, tutte le squadre stanno provando a giocare. Noi siamo sulla strada giusta, stiamo giocando un calcio moderno, di possesso, di aggressione, quando perdiamo la palla proviamo a riprenderla subito. È un calcio offensivo, che mi piace, piace a tutti noi e stiamo facendo bene. Il mister purtroppo è a casa però nelle riunioni è sempre con noi con le videochiamate e credo che noi dobbiamo fare di tutto per far bene anche per quelli che non ci sono per infortuni o per il virus".

Emerson: "Tanti interessamenti, non solo dall'Italia"

Contro la Polonia "credo ci aspetti una partita dura, come sempre contro di loro, però giochiamo in casa e dobbiamo fare il nostro gioco per vincere. Lìin Polonia abbiamo giocato bene, abbiamo creato tanto e abbiamo fatto di tutto per vincere ma purtroppo non ci siamo riusciti. Anche contro l'Olanda abbiamo fatto bene, ma è mancato il secondo gol e pure loro hanno giocato bene. Quando siamo qua in Nazionale dobbiamo vincere pure le amichevoli o fare di tutto per farlo. Siamo l'Italia, allora che sia Nations League, amichevole o Europei, dobbiamo entrare in campo sempre per vincere. Io purtroppo non sto giocando tanto al Chelsea, ma sono sereno, convinto che le cose possano migliorare a Londra o in un altro posto. Il mister ha parlato con me, mi ha detto che la cosa migliore per me sia giocare al Chelsea o altrove. Aspettiamo altri due mesi e vedrò quale sarà la migliore soluzione per me. Ho ricevuto non solo dall'Italia interessamenti ma niente di concreto, certo che ritornare un giorno a giocare in serie A me farebbe piacere, non so se accadrà a gennaio o fra cinque anni, nel calcio le cose cambiano troppo velocemente".

Emerson: "Il Coronavirus non va sottovalutato"

La speranza è che non solo l'Italia, ma tutto il mondo possa uscire in fretta dall'emergenza Coronavirus che proprio Emerson ha vissuto in prima persona: "Non è stato facile quando ho preso il virus, i primi 4-5 giorni non ce la facevo neanche a camminare. Dopo tutto quello che ho passato ho sicuramente capito che dobbiamo ogni giorno approfittare della vita e stare vicino alle persone che amiamo. Sono cambiato, anche mentalmente, e per questo dico che questo virus non è uno scherzo, dobbiamo fare attenzione. Io ho 26 anni, gioco a calcio, ho sofferto nei primi 4-5 giorni, tutti noi dobbiamo fare attenzione e di tutto per stare bene". Il fatto che in Inghilterra all'inizio si sia sottovalutato il Coronavirus "mi ha fatto veramente arrabbiare perché su questo virus non si può scherzare. A Londra, dove vivo, ho visto che le persone a volte non fanno le cose per bene, io cerco di dare l'esempio, di stare sempre con la mascherina e così anche la mia famiglia. Questo èquello che posso fare, se ognuno fa la sua parte, tutto potrà andare bene".

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