Haaland e Mbappé alla Juve: ecco perché gli affari sfumarono

I due bomber che stanno strabiliando il mondo hanno entrambi sfiorato il club bianconero: le trattative non andarono in porto anche perché le strategie dell’epoca erano meno incentrate sui giovanissimi, oggi forse le cose andrebbero in modo diverso
Haaland e Mbappé alla Juve: ecco perché gli affari sfumarono

TORINO - Riuscite a immaginarvi una coppia d’attacco con Erling Haaland e Kylian Mbappé? Poteva accadere con la maglia della Juventus, ma il destino ha deviato all’ultimo e oggi i due super bomber sono un appuntito rimpianto. Con un solo motivo di consolazione: oggi, probabilmente, le cose andrebbero diversamente e l’Haaland o lo Mbappé del futuro non sfuggirebbero alla Juventus. Ma andiamo con ordine.

Il messaggio di Chiello

«La prima volta che lo vidi in tv era in Manchester City-Monaco di Champions League nel 2016, impressionante. A fine del primo tempo scrissi a Fabio Paratici e gli domandai: “Ma questo chi è? Da che pianeta arriva?”. Fabio Paratici mi rispose che lo seguivano da tempo». Così scrive Giorgio Chiellini nel suo libro, sottolineando come la Juventus era sulle tracce del bomber francese prima che esplodesse in modo definitivo nella stagione successiva (quando, con la maglia del Monaco, segnò anche un gol alla Juventus nella semifinale di Champions). E proprio nel 2016, i bianconeir si erano avvicinati al ragazzo, all’epoca 18enne, sentendosi chiedere 50 milioni. Oggi assomiglia a un ottimo investimento, all’epoca era suonato come un’enormità per un giocatore appena maggiorenne. La Juventus non chiuse l’operazione e l’anno dopo Mbappè venne venduto al Paris Saint Germain per 180 milioni di euro (tecnicamente fu un prestito con il riscatto monstre fissato per l’estate successiva). Quei 50 milioni chiesti l’anno precedente, insomma, erano un prezzo stracciato. E Chiellini, che aveva scoperto Mbappé in televisione, ebbe modo di vederlo molto da vicino nella doppia semifinale con il Monaco, nella quale il giovane francese aveva fatto impazzire la migliore difesa juventina del decennio, come si ricorda bene Andrea Barzagli, in quella stagione virtualmente insuperabile e che soffrì maledettamente quell’imprendibile ragazzino.

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