© www.imagephotoagency.itTORINO - Per tutti, o quasi tutti, il futuro dovrebbe fare rima con una nuova toccata e fuga da Torino. Saranno giorni di attesa, magari non snervante, perché in fondo ognuno di loro ha valide ragioni per sentirsi appetibile sulla piazza del mercato. Ma è dura che riescano a fare breccia nelle certezze di una rosa in cui l’abbassamento dell’età media e la riduzione del monte ingaggi saranno elementi ancora preponderanti. Sono i calciatori di proprietà della Juventus e che, rientrati dal prestito, la Juventus medesima proverà a girare altrove per ricavarne un risparmio alla voce stipendi e magari introiti cedendo i rispettivi cartellini. Come Douglas Costa. Sull’utilità del cambio autunnale tra il brasiliano e Federico Chiesa, zero dubbi fuori e dentro la Juve.
Douglas non era più centrale nei progetti bianconeri e anche così si spiega la cessione in prestito secco al Bayern Monaco del 30enne che, complice pure una frattura capillare al metatarso del piede destro, ha raccolto solamente 22 presenze, con un gol e tre assist a parziale consolazione di un’annata non indimenticabile. Alla Continassa risparmierebbero volentieri i 6 milioni d’ingaggio più bonus che da contratto spetterebbero all’esterno fino al 30 giugno 2022, ma al contempo il Gremio - dove il calciatore è cresciuto e ha giocato per due stagioni (dopo le otto nelle giovanili) - lo rivorrebbe a casa.