Il Ronaldo furioso: gol, polemiche e futuro. Ecco perché CR7 scalpita

Il lancio della maglietta è una montatura, ma la rabbia c’è ed è in aumento. A se stesso chiede più reti, alla Juve più ambizioni: a entrambi la Champions
Il Ronaldo furioso: gol, polemiche e futuro. Ecco perché CR7 scalpita© ANSA

TORINO - Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori, le cortesie, l’audaci imprese...

Metti mai l’Ariosto, ai giorni nostri. Per dire. tifoso della Spal, simpatizzante Juventus. O forse no. Comunque sia, intento a narrare l’epopea non già dell’Orlando, bensì d’un Ronaldo Furioso. Per onore, nel caso, più che per amore. O, al limite, per passione. Con le sue avventure e disavventure, fortune e sfortune. Vittorie (o sconfitte) in battaglia. Scatti d’ira: veri o presunti.

Ecco, appunto. Veri o presunti. Comunque tali da creare un polverone, a prescindere. Il caso-maglietta lanciata al termine di Juventus-Genoa non è che l’ultima goccia. Il Var l’avrebbe dimostrato: analisi e controanalisi, rallenty. Il lancio della maglietta c’è stato ma al mero scopo di far arrivare il “cimelio” ad un raccattappalle al margine del campo, un ragazzo delle giovanili bianconere: i frame mostrano chiaramente che prima CR7 guarda alle sue spalle, poi fa una torsione e solo a quel punto procede con il famigerato getto. Ché quel tipo di torsione verso la direzione opposta in cui cammini, non è esattamente derubricabile ad un incondizionato gesto di stizza.

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Ecco perché Ronaldo era arrabbiato

IL DATO DI FATTO - Il dato di fatto, comunque, è che Ronaldo, arrabbiato lo era eccome. Non irrispettoso verso i colori bianconeri come vuole lasciare intendere chi grida al vilipendio, ma arrabbiato sì. Un bel po’. In primo luogo con se stesso, in secondo luogo con/per un contesto - fatto di delusioni e difficoltà - che non tanto si confà alle sue abitudini e men che meno alle sue ambizioni.

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Ronaldo voleva fare la differenza

RONALDO VS RONALDO - Inutile girarci troppo attorno. Ronaldo è arrabbiato innanzitutto con... Ronaldo. Domenica - nello specifico - era furibondo perché contro il Genoa s’era mangiato un gol clamoroso (palo) e aveva offerto un contributo non solo al di sotto dei suoi standard, ma al di sotto della norma per un normale giocatore di una normale squadra di Serie A. Aveva una occasione teoricamente propizia per avvicinare quota 100 gol con la Juve (ora è a 97), per consolidare il primato nella classifica marcatori (25 gol contro i 21 di Lukaku), per provare ad avvicinare Lewandowski nella graduatoria per la Scarpa d’Oro (ma il bomber del Bayern è salito a 35).

Ebbene, è rimasto all’asciutto. Questo aspetto particolare va però ascritto in un contesto ben più ampio in cui la Juventus si ritrova a dover affrontare la crisi (e stagione) peggiore da 10 anni a questa parte. La prematura eliminazione (ancora una...) della Champions League brucia e brucerà: CR7 vive come un suo onore e onere, il cammino in Europa, dall’alto dei suoi titoli già messi in bacheca. Eppure ha dovuto vedersela con il costante peggioramento d’un club che nel 2015 e 2017 era stato finalista di Champions e sta ora raccogliendo batoste agli ottavi di finale. Peggio ancora: il fatto che si stia chiudendo il ciclo degli scudetti proprio con lui in organico, è vissuto da Ronaldo come uno smacco non da poco. Voleva fare la differenza, sta assistendo a un ridimensionamento.

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Metti mai l’Ariosto, ai giorni nostri. Per dire. tifoso della Spal, simpatizzante Juventus. O forse no. Comunque sia, intento a narrare l’epopea non già dell’Orlando, bensì d’un Ronaldo Furioso. Per onore, nel caso, più che per amore. O, al limite, per passione. Con le sue avventure e disavventure, fortune e sfortune. Vittorie (o sconfitte) in battaglia. Scatti d’ira: veri o presunti.

Ecco, appunto. Veri o presunti. Comunque tali da creare un polverone, a prescindere. Il caso-maglietta lanciata al termine di Juventus-Genoa non è che l’ultima goccia. Il Var l’avrebbe dimostrato: analisi e controanalisi, rallenty. Il lancio della maglietta c’è stato ma al mero scopo di far arrivare il “cimelio” ad un raccattappalle al margine del campo, un ragazzo delle giovanili bianconere: i frame mostrano chiaramente che prima CR7 guarda alle sue spalle, poi fa una torsione e solo a quel punto procede con il famigerato getto. Ché quel tipo di torsione verso la direzione opposta in cui cammini, non è esattamente derubricabile ad un incondizionato gesto di stizza.

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