De Ligt è incedibile: la Juve ha detto no a Chelsea e Barcellona

Il centrale olandese per il club bianconero è al centro del progetto. Un eventuale addio soltanto in caso di offerte all’altezza
De Ligt© /Ag. Aldo Liverani

TORINO - Un corteggiamento prima discreto, poi più insistente. Con sempre la identica risposta “no, grazie”. L’oggetto del desiderio è Matthijs de Ligt, le richieste sono arrivate - in ordine temporale - prima dalla Premier League, quindi dalla Liga. E se sulla prima avance ora si è chiarito chi l’avesse fatta (il Chelsea e non il Manchester United), sulla seconda si è subito saputo bene chi avesse bussato alle porte della Juventus. E si tratta proprio del club che, fino all’ultimo momento, aveva cercato di portare a casa il talento difensivo cresciuto nell’Ajax: ovvero, il Barcellona. La storia risale a due stagioni fa, quando la banda di ragazzini allenata da Erik ten Hag sfiorava la finale di Champions League, eliminata al penultimo atto dal Tottenam, dopo aver buttato fuori la Juventus ai quarti. All’epoca i blaugrana avevano conquistato cuore e prestazioni di Frenkie de Jong e avevano cercato di rinvigorire la tradizione olandese mettendo sotto contratto anche il “gemello” De Ligt. Un tentativo andato a infrangersi di fronte al gioco d’anticipo bianconero e alla determinazione del centrale, che aveva detto sì a un contratto quinquennale da 7 milioni e mezzo netti a stagione, con 75 milioni che avevano preso la via di Amsterdam e altri 10 e mezzo quella di Mino Raiola, agente del talento, sotto la forma di “oneri accessori”.

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Ritorno di fiamma

Due anni dopo il Barcellona si è nuovamente fatto sotto, pur in una contingenza economica complicata dalla pandemia. In Catalogna sognano però in grande, non solo dal punto di vista della squadra, ma anche da quello dell’edilizia sportiva, e non. Il progetto si chiama Espai Barça e ha al centro il rifacimento integrale del Camp Nou, oltre a quello degli spazi che insistono sullo storico impianto. Un investimento da oltre 800 milioni, voluto dall’ex presidente Josep Bartomeu e che spingerebbe le banche a finanziare anche eventuali investimenti sportivi per dare un senso compiuto alla squadra da costruire ancora intorno a Leo Messi. Così il Barcellona, forte dei nuovi rapporti intessuti con la Juventus (vedi lo cambio Arthur-Pjanic), ha parlato di un possibile acquisto di De Ligt una decina di giorni fa, nei turbolenti giorni del fallito progetto della SuperLeague. Una richiesta che, come accennato, ha ottenuto il gentile diniego bianconero.

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TORINO - Un corteggiamento prima discreto, poi più insistente. Con sempre la identica risposta “no, grazie”. L’oggetto del desiderio è Matthijs de Ligt, le richieste sono arrivate - in ordine temporale - prima dalla Premier League, quindi dalla Liga. E se sulla prima avance ora si è chiarito chi l’avesse fatta (il Chelsea e non il Manchester United), sulla seconda si è subito saputo bene chi avesse bussato alle porte della Juventus. E si tratta proprio del club che, fino all’ultimo momento, aveva cercato di portare a casa il talento difensivo cresciuto nell’Ajax: ovvero, il Barcellona. La storia risale a due stagioni fa, quando la banda di ragazzini allenata da Erik ten Hag sfiorava la finale di Champions League, eliminata al penultimo atto dal Tottenam, dopo aver buttato fuori la Juventus ai quarti. All’epoca i blaugrana avevano conquistato cuore e prestazioni di Frenkie de Jong e avevano cercato di rinvigorire la tradizione olandese mettendo sotto contratto anche il “gemello” De Ligt. Un tentativo andato a infrangersi di fronte al gioco d’anticipo bianconero e alla determinazione del centrale, che aveva detto sì a un contratto quinquennale da 7 milioni e mezzo netti a stagione, con 75 milioni che avevano preso la via di Amsterdam e altri 10 e mezzo quella di Mino Raiola, agente del talento, sotto la forma di “oneri accessori”.

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