Rino Foschi: “Chiesa è più forte anche di suo papà”

Sabato la nuova Juve di Allegri debutta in amichevole contro il Cesena, di cui il dirigente romagnolo è stato lo storico uomo mercato
Rino Foschi: “Chiesa è più forte anche di suo papà”

TORINO - La nuova Juventus di Allegri debutta sabato e la prima amichevole sarà alla Continassa contro il Cesena (Serie C): «Anche se è a porte chiuse, resta comunque un test di prestigio. Da cesenate mi auguro di rivedere in futuro questo incontro di nuovo in Serie A». Parola di Rino Foschi, ex dirigente dei romagnoli e del Palermo di Zamparini, che a Cesena abita e per il club bianconero continua a fare il tifo. «Ma sono sincero: senza calcio sto vivendo male, mi sento un leone in gabbia: non è una questione di soldi, bensì di passione. Infatti tutti giorni leggo i giornali e guardo partite. Certo, sabato seguirò anche Juve-Cesena in televisione».

Dybala è uno dei pochi big già in ritiro con Allegri: se pensa alla Joya?

«Mi viene in mente la trattativa per la sua cessione, ai tempi del Palermo. Zamparini adorava Paulo, ma era giusto lasciarlo partire. La Juventus fu la più decisa: Marotta e Paratici lo volevano a tutti i costi, però all’inizio offrivano meno di quello che chiedessimo. Un giorno, seppur con i bianconeri fossi molto avanti, ricevo una chiamata di Zamparini: “Rino, De Laurentiis mi ha offerto 20 milioni più Jorginho. Che facciamo”».

Avete sottovalutato Jorginho?

«No, perché Jorginho era già bravissimo allora. Zamparini lo ha anche detto pubblicamente nei giorni scorsi: “Era Foschi l’unico che credeva in Jorginho anni fa”. Semplicemente, alla fine preferimmo incassare solo soldi: 32 milioni più 8 di bonus».

S’aspettava di più da Dybala alla Juventus?

«Paulo è un campione nato e lo ha dimostrato. L’ultima è stata una stagione un po’ sfortunata: tra virus e acciacchi non gliene è andata bene una. Ma adesso tornerà il vero Dybala».

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