Mercato, un colpo alla pandemia

Vlahovic© www.imagephotoagency.it

Il calciomercato, almeno lui, ha archiviato gli effetti del Covid. E’ quanto emerge dall’International Trasfer Snapshot, il report della Fifa che analizza le attività mondiali sui trasferimenti dei calciatori nelle varie finestre di mercato a livello mondiale. Il documento pubblicato ieri è ovviamente relativo alle trattative di gennaio e certifica addirittura il massimo incremento storico, con un aumento del 40% rispetto ai livelli di gennaio 2020, prima della pandemia. Il dato va però contestualizzato perché risente delle due contrazioni consecutive determinate dall’emergenza Covid che ha innescato due cali nell’inverno del 2020 e nell’estate del 2021 a fronte di una crescita costante degli anni precedenti. Il dato, quindi, è drogato dalla mancata continuità nella crescita, ma rappresenta comunque un segnale confortante di come il meccanismo si stia rimettendo in moto. Anche il numero di trasferimenti nella finestra di gennaio è aumentato del 28% rispetto al 2021 con un aumento dei costi del 74,7% sempre rispetto al 2021. Per quanto riguarda la spesa per i trasferimenti, il dato aggregato è quasi tornato ai livelli pre-pandemia: 1,03 miliardi di dollari suddivisi su un totale di 3.791 trasferimenti. Questa la serie storica delle sessioni di gennaio: 2018: 1.34 miliardi di dollari; gennaio 2019: 1,1 miliardi di dollari; gennaio 2020: 1,16 miliardi di dollari; gennaio 2021: 0,59 miliardi di dollari; gennaio 2022: 1,03 miliardi di dollari.

Fin qui l’analisi a livello globale ma, come sempre, le indicazioni più interessanti vengono fornite dall’analisi dei dati disaggregati. E il più eclatante riguarda il peso che ha avuto il trasferimento di Dusan Vlahovic alla Juventus sul totale delle spese del mercato italiano: più della metà, una cifra che ha consentito all’Italia di piazzarsi al secondo posto dei mercati più spendaccioni alle spalle dell’inarrivabile Inghilterra, trainata dalla locomotiva Premier League. Ecco, nel dettaglio, la lista delle prime dieci associazioni in termini di spesa: Inghilterra: 349,5 milioni; Italia 113,6 milioni; Spagna 111,1 milioni; Francia 75,2 milioni; Russia 72,1 milioni; Germania 70,6 milioni; Belgio 32,7 milioni; Grecia 23,7 milioni; Arabia Saudita 23,5 milioni; Brasile 23,1 milioni. Un altro elemento interessante di questa classifica è relativo al fatto che tra i mercati più ricchi sono presenti solo due Federazioni extraeuropee (Arabia Saudita e Brasile) tra le prime dieci: a voler allargare l’orizzonte oltre il mercato si potrebbero ricordare le parole del presidente Fifa, Gianni Infantino, circa la disparità di ricchezza mondiale del calcio e la “colonizzazione” europea, uno dei temi forti a sostegno del suo progetto di Mondiale biennale. Riguardo le cifre incassate, l’Italia scivola al quinto posto con soli 71,5 milioni e, anche in questo caso, spiccano i 30 milioni (relativi naturalmente alle prime rate) portati in dote alla Juventus con la cessione di Bentacur e Kulusewski al Tottenham. Anche sugli incassi l’Inghilterra si conferma leader con 108,6 milioni di dollari. Seguono: Francia 99,2 milioni; Portogallo 94,3; Usa 73; Italia 71,5; Brasile 69,5; Germania 60,6; Svizzera 46,7; Belgio 35,9; Danimarca 32,1. Interessante anche il tipo di contratto: solo 13,2% a titolo definitivo mentre ben il 60.4% ha riguardato trasferimenti di giocatori svincolati, il resto sono prestiti. Uno sguardo al calcio femminile: 257 trasferimenti internazionali nel gennaio 2022, +42.8% rispetto al gennaio 2021. Anche qui con l’Inghilterra a farla da padrona.

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