Dybala, dalle lacrime al trionfo: se il calcio è ancora passione popolare

Dybala, dalle lacrime al trionfo: se il calcio è ancora passione popolare© AS Roma via Getty Images

Se non ci occupassimo di calcio, saremmo di fronte a un esperimento sociologico affascinante. Ma, a ben vedere, lo è proprio perché si tratta di calcio e dunque di passione popolare, di irrazionalità, di sentimenti e di tutto ciò che questo gioco incredibile si porta appresso. La vicenda di Paulo Bruno Exequiel Dybala è paradigmatica di come l’approccio alle vicende calcistiche sia ormai traslato a una dimensione sentimentale più che alle questioni tecniche o tattiche. Nel giro di due mesi e mezzo, infatti, Dybala è passato dalle lacrime inconsolabili per l’addio alla Juventus in un’umida notte torinese di metà maggio, alla celebrazione neoclassico-hollywoodiana in una sera languida come solo Roma sa regalare.

Ecco, fermiamoci un attimo qui, a quei 10 mila tifosi in amore di fronte al “Colosseo quadrato” illuminato di giallorosso: una rappresentazione plastica di ciò che la passione calcistica può produrre. Una, non “la”: sarebbe un errore elevare tutto ciò ad assoluto, a simbolo o, peggio, a paradigma perché anche nella passione c’è una gradualità estetica che indica la cifra di una cultura o, se volete, di un modo di vivere. E' sbagliato, volgare e perfino arrogante ritenere che ci siano un meglio o un peggio, che debba piacere a tutti i costi ciò che qualcuno invece ritiene prematuro, eccessivo e lontano dalla propria estetica. A prescindere da logiche tifose. A Torino, per esempio, sono riusciti a far innamorare un fuoriclasse (perché questo è Ronaldo, senza se e senza ma) in conseguenza di un applauso corale, un gesto molto sabaudo nei confronti di chi li aveva appena colpiti in un modo che non poteva offendere bensì suscitare ammirazione. Che, poi, quell’atteggiamento alieno da enfasi e da retorica sia stato diluito dalla rincorsa verso grandezze inopportune non è una responsabilità dei tifosi. Così, se Dybala non si mostrerà all’altezza di quell’investitura popolare nessuno potrà mettere in discussione la bellezza di una notte d’amore. Ma che la passione possa essere definita tale solo con un canone, per favore no.

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