Juve, voglia di svolta: Giuntoli resta in attesa

Il club bianconero deve sciogliere la riserva per il ds: il dirigente sereno pure per la trattativa con De Laurentiis
Juve, voglia di svolta: Giuntoli resta in attesa© FOTO MOSCA

Sostengono che Cristiano Giuntoli abbia guardato con particolare interesse la semifinale di Siviglia: non che dovesse studiare pregi e difetti della Juventus - li conosce già ampiamente, tanto da averla battuta due volte nell’ultima stagione - bensì per la consapevolezza che anche la variabile europea potrà imprimere una accelerazione al suo passaggio nella “Real Casa” torinese. Nel caso in cui i bianconeri si fossero qualificati, tutto sarebbe slittato a dopo la finale del 31 maggio a Budapest. Così, invece, i tempi si potranno contrarre e già la settimana prossima vi potrebbe essere l’incontro decisivo con Aurelio De Laurentiis per chiedergli di potersi liberare dal Napoli a cui è legato ancora da un anno di contratto.

Fino a qualche giorno fa la strada dell’addio sembrava chiaramente tracciata, ma negli ultimi giorni sono sorte delle complicazioni legate alla situazione di Luciano Spalletti, in clamorosa rottura con il presidente dei neo campioni d’Italia. De Laurentiis, così, ha lasciato filtrare un proprio irrigidimento che è il riflesso delle complicazioni sorte con il tecnico. Però, a dar retta a spifferi e a movimenti nell’ambiente di mercato, il passaggio del direttore sportivo a Torino viene dato per scontato, tanto è vero che cominciano a circolare indiscrezioni di contatti e di progetti tra i vari entourage in ossequio alla più antica norma non scritta del calcio: “se in questo ambiente una cosa la sanno in due, uno è di troppo...”.

Alla Juventus non commentano e non hanno nessuna intenzione né di forzare la mano né di indispettire De Laurentiis anche in ossequio ai buoni rapporti che ha voluto instaurare lo stesso John Elkann. Le voci di mercato, tra l’altro, non rivelano di altri interessi da parte della Juventus per altri profili di direttori sportivi alternativi: dopo che si è parlato di Andrea Berta, di Giovanni Sartori e di altri direttori, ormai da settimane tutto converge sull’uomo mercato (definizione però un poco riduttiva, considerate le competenze e il modus operandi) del Napoli. E tutte le indicazioni convergono lì.

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Sin dalla sera della festa scudetto al San Paolo, quando le parole di Giuntoli sono suonate per tutti un discorso di addio con tanto di omaggio perpetuo a De Laurentiis, che lui stesso ha elevato a dominus incontrastato del regno calcistico (ma mica solo) di Napoli: «Ringrazio l’ad Chiavelli e il presidente De Laurentiis, mi hanno cambiato la vita e a loro sarò sempre riconoscente. Volevo ringraziare tutta la sua famiglia, se Aurelio mi ha trattato come un figlio, Edoardo mi ha trattato come un fratello nel condividere la quotidianità. Lo stesso con Luigi e Valentina. Ci tenevo in particolare a ringraziare Giuseppe Pompilio, la mia famiglia, mio figlio Alessandro nato poco più di un anno fa e mio papà che non c’è più, ha sempre creduto in me. E l’ultima cosa, al popolo napoletano: non vi preoccupate del futuro, io sono qua da 8 anni e sento sempre parlare di chi va via o rimane, ma nelle mani di Aurelio De Laurentiis non ci saranno mai problemi, sarà sempre un grande Napoli». Già, chi va e chi rimane...

Altro segnale tutt’altro che secondario è emerso dalla sua assenza alla cena del 12 maggio tra lo stesso De Laurentiis, Luciano Spalletti e l’amministratore delegato Chiavelli che si sono incontrati in un prestigioso ristorante del capoluogo partenopeo per discutere del futuro del Napoli, non solo di quello del tecnico. Per lo meno curioso che, mentre si affrontano fondamentali questioni di mercato, non sia presente il professionista che proprio di questo si occupa. Una assenza fragorosa, dunque, che però non ha indispettito Giuntoli: a Napoli lo descrivono più sereno che mai.

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Sostengono che Cristiano Giuntoli abbia guardato con particolare interesse la semifinale di Siviglia: non che dovesse studiare pregi e difetti della Juventus - li conosce già ampiamente, tanto da averla battuta due volte nell’ultima stagione - bensì per la consapevolezza che anche la variabile europea potrà imprimere una accelerazione al suo passaggio nella “Real Casa” torinese. Nel caso in cui i bianconeri si fossero qualificati, tutto sarebbe slittato a dopo la finale del 31 maggio a Budapest. Così, invece, i tempi si potranno contrarre e già la settimana prossima vi potrebbe essere l’incontro decisivo con Aurelio De Laurentiis per chiedergli di potersi liberare dal Napoli a cui è legato ancora da un anno di contratto.

Fino a qualche giorno fa la strada dell’addio sembrava chiaramente tracciata, ma negli ultimi giorni sono sorte delle complicazioni legate alla situazione di Luciano Spalletti, in clamorosa rottura con il presidente dei neo campioni d’Italia. De Laurentiis, così, ha lasciato filtrare un proprio irrigidimento che è il riflesso delle complicazioni sorte con il tecnico. Però, a dar retta a spifferi e a movimenti nell’ambiente di mercato, il passaggio del direttore sportivo a Torino viene dato per scontato, tanto è vero che cominciano a circolare indiscrezioni di contatti e di progetti tra i vari entourage in ossequio alla più antica norma non scritta del calcio: “se in questo ambiente una cosa la sanno in due, uno è di troppo...”.

Alla Juventus non commentano e non hanno nessuna intenzione né di forzare la mano né di indispettire De Laurentiis anche in ossequio ai buoni rapporti che ha voluto instaurare lo stesso John Elkann. Le voci di mercato, tra l’altro, non rivelano di altri interessi da parte della Juventus per altri profili di direttori sportivi alternativi: dopo che si è parlato di Andrea Berta, di Giovanni Sartori e di altri direttori, ormai da settimane tutto converge sull’uomo mercato (definizione però un poco riduttiva, considerate le competenze e il modus operandi) del Napoli. E tutte le indicazioni convergono lì.

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