Pagina 4 | C'è chi dice no: da Del Piero a Totti, i trasferimenti saltati per amore

Nel calcio moderno sembra non esistano (o quasi) più bandiere, con i lauti ingaggi proposti a farla da padrona. Esempi lampanti i tanti trasferimenti verso l'Arabia Saudita, ultimo in ordine di tempo quello di Kalidou Koulibaluy. Non è sempre stato così, e anche oggi c'è chi rifiuta cambi di maglia per approdare in altre squadre, per i più disparati motivi. La rivista online Four Four Two ha stilato una lista di 8 calciatori che hanno detto di no a importanti trasferimenti.

Alan Shearer

Si torna indietro con il tempo, a partire da Alan Shearer. L'attaccante, dopo aver vinto la Premier League con il Blackburn e aver trionfato per due anni di fila nella classifica cannonieri, arriva la chiamata del Manchester United. Ma il centravanti preferisco accasarsi nella squadra della sua città, il Newcastle. E con i bianconeri, nella stagione successiva, arriverà secondo proprio dietro ai Red Devils. Dodici mesi dopo l'offerta dello United, arriva quella del Barcellona, ma Shearer non ci sente: decide di restare al St. James' Park, e lo farà per il resto della carriera. Non riuscirà a portare a casa nemmeno un trofeo, ma metterà a segno 260 gol in Premier restando nel cuore dei tifosi bianconeri.

Alessandro Del Piero

Nel cuore dei tifosi bianconeri, ma quelli della Juventus, ci è rimasto anche Alessandro Del Piero. Nel 2006, dopo la vittoria del Mondiale e con il club retrocesso in Serie B, avrebbe potuto seguire la strada di altri e abbandonare la società in cadetteria, cambiando maglia come fatto dai vari Ibrahimovic, Vieira, Cannavaro. Ma decise di restare, insieme ad altre bandiere del club come Buffon, Nedved e Trezeguet, dichiarando: "Un vero gentiluomo non lascia mai la sua signora".

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Francesco Totti

A dire di no ad un possibile trasferimento importante anche un altro numero 10 italiano rimasto nella storia: Francesco Totti. La bandiera della Roma ha raccontato più volte come, dopo la vittoria dello Scudetto nel 2001, si sia fatto avanti per lui il Real Madrid. Ma ha deciso di restare nella sua città e nella sua squadra del cuore, rinunciando probabilmente a tante vittorie di squadra e individuali. Ma, come disse una volta Luciano Spalletti: "È più facile spostare il Colosseo da Roma che Totti".

Steven Gerrard

Altro capitano inamovibile è stato Steven Gerrard. Bandiera del Liverpool, dopo la vittoria in Champions League contro il Milan nel 2005, ricevette la chiamata da parte del Chelsea di José Mourinho. La scelta era: restare nella squadra del suo cuore, o passare ad un club ambizioso. La decisione è ben nota, ovvero permanenza al Liverpool. Al suo ritiro, Gerrard disse: "Certo che sono seduto qui con quel grande rammarico di non aver vinto la Premier League, ma sono orgoglioso della mia lealtà... Liverpool significa il mondo".

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Diego Godin

Un'altra bandiera, ma dell'Atletico Madrid, è stata Diego Godin. Il difensore uruguayano si è accasato ai Colchoneros nel 2010, dopo due anni al Villarreal guidato da Manuel Pellegrini. Quando il tecnico andò ad allenare il Manchester City, provò a portare con se il roccioso difensore. Dopo 5 anni all'Atletico, Godino preferì restare anche all'ombra del Metropolitano, dove aveva da poco vinto la Liga. Dopo il no al City, non riuscirà a vincere altro in quel di Madrid, giocando comunque due finali di Champions League.

Pavel Nedved

Altro no quello di Pavel Nedved, che rifiutò il trasferimento dalla Juventus ai rivali di sempre dell'Inter. Era il 2009, qualche problema nel trovare l'accordo per il rinnovo con i bianconeri, ed è lì che José Mourinho prova a convincerlo a trasferirsi a Milano. Quell'Inter poi vinse tutto, ma Nedved, pur consapevole delle abilità del tecnico portoghese, non se la sentì di cambiare maglia: "Ero e sono uno juventino, quindi ho detto di no", ha poi spiegato. "Amavo troppo la Juventus per passare all'Inter... avrei tanto voluto vincere la Champions League con la Juve, ma non potevo farlo con un'altra maglia sulla schiena". Alla fine Nedved si ritirò dal calcio proprio nel 2009.

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Jamie Vardy

Altro rifiuto sorprendente fu quello di Jamie Vardy. Dopo la vittoria della Premier League con il Leicester di Claudio Ranieri, in tanto nelle stagioni successive cambiarono maglia: da Kante a Mahrez, passando per Drinkwater. Ma non lui, vero simbolo della squadra. Nel 2016 l'Arsenal era pronta a pagare la clausola rescissoria pari a 20 milioni di sterline, provando a portare a casa chi, con i suoi 24 gol segnati, aveva portato le Foxes a vincere un campionato storico. Vardy pensò seriamente di passare ai Gunners, alla fine prevalse la voglia di continuare con il Leicester. La stagione seguente fu deludente, con tanto di esonero di Ranieri. Vardy è rimasto al Leicester senza mai andare via, fino al campionato da poco concluso che ha visto la squadra retrocedere in Championship.

Marek Hamsik

Ultimo rifiuto clamoroso fu quello di Marek Hamsik, che decise di restare al Napoli nonostante numerose offerte. Il suo agente dell'epoca, Mino Raiola, disse: "Un grande sportivo ha bisogno di trovare nuove motivazioni, che tu sia Messi, Ibrahimovic o Hamsik. Altrimenti sei un giocatore piatto". Il messaggio era chiaro: era giunto il momento di fare il salto. Hamsik declinò l'idea di trasferirsi, interrompendo anche la collaborazione con il suo procuratore. Nonostante gli approcci di diversi club importanti come Bayern Monaco e Juventus, Hamsik è rimasto fedele al Napoli, con il calciatore che dichiarò: "Ho bisogno di qualcosa di più di una semplice busta paga e trofei; ho bisogno di sentire qualcosa nella mia anima". Resta il rimpianto, per lo slovacco, di non aver fatto parte della squadra che ha vinto il terzo campionato della storia azzurra.

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Jamie Vardy

Altro rifiuto sorprendente fu quello di Jamie Vardy. Dopo la vittoria della Premier League con il Leicester di Claudio Ranieri, in tanto nelle stagioni successive cambiarono maglia: da Kante a Mahrez, passando per Drinkwater. Ma non lui, vero simbolo della squadra. Nel 2016 l'Arsenal era pronta a pagare la clausola rescissoria pari a 20 milioni di sterline, provando a portare a casa chi, con i suoi 24 gol segnati, aveva portato le Foxes a vincere un campionato storico. Vardy pensò seriamente di passare ai Gunners, alla fine prevalse la voglia di continuare con il Leicester. La stagione seguente fu deludente, con tanto di esonero di Ranieri. Vardy è rimasto al Leicester senza mai andare via, fino al campionato da poco concluso che ha visto la squadra retrocedere in Championship.

Marek Hamsik

Ultimo rifiuto clamoroso fu quello di Marek Hamsik, che decise di restare al Napoli nonostante numerose offerte. Il suo agente dell'epoca, Mino Raiola, disse: "Un grande sportivo ha bisogno di trovare nuove motivazioni, che tu sia Messi, Ibrahimovic o Hamsik. Altrimenti sei un giocatore piatto". Il messaggio era chiaro: era giunto il momento di fare il salto. Hamsik declinò l'idea di trasferirsi, interrompendo anche la collaborazione con il suo procuratore. Nonostante gli approcci di diversi club importanti come Bayern Monaco e Juventus, Hamsik è rimasto fedele al Napoli, con il calciatore che dichiarò: "Ho bisogno di qualcosa di più di una semplice busta paga e trofei; ho bisogno di sentire qualcosa nella mia anima". Resta il rimpianto, per lo slovacco, di non aver fatto parte della squadra che ha vinto il terzo campionato della storia azzurra.

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