Brasiliani flop alla Juve
Diego, poco a poco, si perde in un centrocampo macchinoso, prevedibile e discontinuo, con Felipe Melo che verrà ricordato più per i suoi cartellini rossi che per le chiusure con cui si era fatto un nome a Firenze. La Juve termina la stagione al settimo posto. Sul patibolo finiscono tutti, a cominciare dai brasiliani, ed è naturale che sia così. In due sono costati più di 50 milioni. Le aspettative erano ben altre. Diego, fra mille rimpianti, lascerà la Juventus a fine stagione, Felipe Melo 12 mesi più tardi… Negli anni successivi arrivano prima Conte e poi Allegri, e la Juve torna al successo aprendo un ciclo straordinario di vittorie. Nell’estate del 2020 la società prova a svecchiare il centrocampo scambiando Pjanic con una delle più tecniche promesse del calcio brasiliano: Arthur Melo. Un’operazione da 72 milioni di euro. In due anni, da play illuminante di quantità e qualità, Arthur andrà in contro a un vero e proprio naufragio tecnico, trasformandosi in un giocatore confuso, discontinuo, a tratti quasi depresso. La Juve lo gira in prestito al Liverpool, sperando di rivitalizzarlo, ma in Inghilterra non sarà che una comparsa. Poi l’esperienza tra alti e bassi alla Fiorentina, e infine il ritorno alla Juventus con tanto di bocciatura da parte di Thiago Motta. Un flop dietro l’altro, insomma, incompatibile però con la retorica del “i brasiliani alla Juve non possono funzionare”.
Douglas Luiz e i veri esempi
Basti pensare al calcio espresso in bianconero dai vari Dani Alves, Alex Sandro, Danilo e Bremer. Difensori, sì, ma pedine preziose, giocatori veri. Tornando al proverbio di prima, Douglas Luiz non dovrà fare altro che seguire queste figure. Emulare il loro spirito di sacrificio, la loro indissolubile cultura del lavoro. Il rigore in no-look sbagliato in Coppa America contro l’Uruguay lascia intendere che il ragazzo, almeno sul piano mentale, abbia ancora ampi margini di miglioramento. Da ex centrocampista, starà allora a Thiago Motta toccare le corde giuste. Strigliarlo quando sarà necessario, e proteggerlo nel momento in cui arriveranno le prime critiche. Solo così potrà invertire la tendenza e cancellare la storia recente, prendendo le chiavi di un centrocampo che non può fare a meno della sua classe.