Se Cabal vale undici milioni, Noslin a quindici è stato il più grande affare dell’estate. Poi però ci sono i “bonus” che modulano le cifre dei trasferimenti. La Juventus raggiungerà tredici (11+2): dipenderà dalle presenze di Cabal. La Lazio aggiungerà chissà quanto, perché il Verona incasserà il 10% della futura rivendita di Noslin. Tanti anni fa, quando sul mercato comandava Ricky Sogliano, papà di Sean Luca, attuale direttore sportivo del Verona, in tv dominava una trasmissione dal titolo che oggi sarebbe definito virale: “Ok, il prezzo è giusto”. I millenial non sanno di che si parla e per i curiosi del web si consiglia la visione su YouTube. Cercate e cliccate, dunque. Tratto dalla versione americana “The Price is right”, il format catturava enorme interesse grazie alla sua intrigante semplicità. Veniva esposto un bene di consumo e i concorrenti dovevano indovinare quanto costava. Chi azzeccava la valutazione, vinceva il prodotto in palio. “Ok, il prezzo è giusto” è stato un programma di straordinaria longevità, battuto solo da “L’Eredità” e da “La ruota della fortuna”. Poi è finito, praticamente in contemporanea con il passaggio dalle lire all’euro.
Cairo tra copia-incolla, Coco e Ciammaglichella
E catturando al volo un’idea che scorre assieme con la scrittura, sarebbe curioso riprodurre lo stesso format adattandolo al calciomercato. Idea forse troppo di nicchia e poco generalista per Rai e Mediaset. In sovrapposizione per Sky e Sportitalia, dove il mercato è appuntamento già fidelizzato ormai da decenni. Niente da fare per Dazn, anche per l’inattesa riduzione del palinsesto. Non resta che La7, con Cairo editore e De Laurentiis primo concorrente: Buongiorno a quaranta milioni, il prezzo è giusto? La risposta è “sì”. Sicuramente per chi ha venduto, magari con qualche cautela per chi ha comprato. Le cronache di calciomercato raccontano che su Buongiorno c’erano anche l’Atalanta un’estate fa, il Milan a gennaio, mentre adesso Inter e Juventus sembravano disposte a duellare, tanto per cambiare. Il prezzo lo fa la concorrenza.
È evidente che Cairo, per avere successo, dovrà fare copia e incolla del dopo-Bremer, per ammorbidire la partenza dell’ex capitan futuro, appena trasferito nel passato del Toro. In questo senso si inquadra l’acquisto dal Las Palmas dell’esotico Saul Coco, che dalla “Roja” campione d’Europa non è mai stato preso in considerazione e quindi ci sono altissime probabilità (scusate, ma nemmeno la ricerca su Google dà certezze) che sia l’unico spagnolo naturalizzato dalla Guinea Equatoriale, che gli ha offerto la possibilità di giocare in Nazionale. Magari ai tifosi granata servirà qualche emozione dal settore giovanile, tipo uno dei gioielli della Under 19, il centrocampista Aaron Ciammaglichella che (qui sì che Google fa il suo dovere) ha la mamma torinese con origini siciliane e pugliesi, mentre il babbo è metà etiope e metà giamaicano. Il mondo in un pallone.