Servirà, ma non è una priorità. Addirittura forse serviranno, al plurale, ma ancora meno sono una priorità. Parliamo dell’attaccante o degli attaccanti che la Juventus inserirà nella rosa di Thiago Motta. Uno, stando a quanto dichiarato da Cristiano Giuntoli alla presentazione del tecnico: «Vorremmo puntellare ancora la squadra con un giocatore per reparto». Difensore e centrocampista sono ormai noti. L’attaccante di nomi invece ne ha tanti, per due fattori già sottolineati: non è una priorità e dunque la Juventus è più lontana dalla stretta del cerchio; potrebbero essere più di uno e dunque la rosa è forzatamente più ampia. Terzo fattore: a determinare il numero saranno le uscite, sia per liberare posti sia per fornire fondi, e al momento sono tutte piuttosto lontane dal concretizzarsi. A parte quelle di Soulé e Huijsen, che serviranno però a finanziare Todibo e Koopmeiners.
Chiesa, gli scenari
Per quanto riguarda l’attacco bisogna dunque avere... Fede. In Chiesa. Ovvero nel fatto che si concretizzi la cessione dell’azzurro, sul mercato sia per il mancato rinnovo del contratto in scadenza tra un anno, sia perché considerato cedibile da Motta - troppo poco portato al fraseggio per un gioco basato sul possesso -. Complice il deludente Europeo, però, nessuno ha bussato alla porta bianconera, salvo la Roma che ha però virato su Soulé (potrebbe magari tornare su Chiesa se fosse il Leicester a spuntarla per l’argentino). Anche perché, vista la situazione contrattuale, i club interessati hanno tutto da guadagnere dal giocare d’attesa: guarda caso anche sul fronte McKennie, pure lui in scadenza tra un anno, si registra calma. Così come per Milik e gli altri giocatori oggi fuori dal progetto, da Arthur a Kostic (quello su cui si registra più interesse, a partire dal Fenerbahce).
Tornando a Chiesa, da giorni vi parliamo dell’idea che aleggia tra Napoli e Torino e che potrebbe evolversi in qualcosa di più al ritorno nei rispettivi ritiri di Chiesa e Raspadori: l’attaccante del Napoli sarebbe il jolly offensivo ideale per Motta (che lo avrebbe voluto a gennaio a Bologna), bravissimo nel fraseggio, capace di fare da vice Vlahovic come di giocare alle spalle di DV9, al centro o largo. E Chiesa piace a Conte da quando uno era alla Fiorentina e l’altro all’Inter.