Cristiano Giuntoli è un uomo in missione. Obiettivo: rovesciare, o quasi, l’organico della Juventus, per renderlo più aderente al pensiero di Thiago Motta e, insieme, più sostenibile per i bilanci del club. Il direttore tecnico bianconero, alla vigilia della sessione estiva, ha ricevuto in dotazione un tesoretto di 40-50 milioni da investire, frutto della qualificazione alla prossima Champions League. E, giunti su per giù a metà dell’opera, se non un po’ oltre, il “bottino” è ancora sostanzialmente intonso. Il dirigente ha portato a Torino i vari Di Gregorio, Thuram, Cabal e, soprattutto, Douglas Luiz, attraverso un’operazione che ha abbattuto il muro dei 50 milioni di esborso, oltre al giovane Adzic. Eppure il saldo delle compravendite, al momento, è in perfetto equilibrio. Non solo: l’addio di un paio di senatori ha permesso di abbassare il monte ingaggi, tasto dolente dei conti in salsa bianconera negli ultimi anni.
Giuntoli guida la rivoluzione
La rosa della Juventus è già stata profondamente mutata, a partire da un centrocampo di fatto rivoluzionato. E pure rinforzata, secondo l’opinione generale. Sommando gli investimenti e sottraendo gli incassi, però, la calcolatrice restituisce un curioso “zero” come risultato. Possibile? Beh, intanto, a fronte di cinque acquisti, Giuntoli ha accompagnato alla porta dieci giocatori, anche se due (Alex Sandro e Rabiot) hanno salutato Torino a parametro zero. I recenti addii di Huijsen e Soulé hanno permesso di accelerare, in questo senso, dando una bella sistemata ai conti. E apparecchiando la tavola per i prossimi colpi in entrata: nel mirino del direttore tecnico, non è certo un segreto, ci sono innanzitutto Todibo per la difesa e Koopmeiners per la trequarti. Poi si inizierà a sistemare il fronte offensivo, con un paio di esterni di qualità e un vice-Vlahovic, in caso di cessione di Milik. Questo perché il sacrificio di tanti giovani – confermando però in squadra i ragazzi reputati intoccabili, da Yildiz a Fagioli – ha permesso di mettere da parte un bel tesoro.