Toro, l'aritmetica di Cairo: incassati 35 milioni, spesi solo 8.5 per il mercato

A meno di colpi di scena, Vagnati potrà contare solo su una parte del ricavato dall’addio di Buongiorno

Era il 13 luglio, esattamente un mese e un giorno fa, quando il Napoli annunciava l’acquisto di Buongiorno. Un addio, quello del vicecapitano, che ha lasciato un vuoto a livello emotivo per ciò che rappresentava per il Torino, ma che ha lasciato un vuoto anche a livello di organico, perché il centrale non è stato finora sostituito. Sì, è arrivato Coco, ma l’ex Las Palmas è stato preso in realtà per colmare un altro buco, quello lasciato da Djidji (a cui non è stato rinnovato il contratto, così come a Rodriguez e a Gemello) come braccetto di destra. Poi l’emergenza e le sue qualità tecniche hanno indotto Vanoli a spostarlo al centro della linea a tre, ma questa dovrebbe essere una soluzione provvisoria.

Il vuoto lasciato da Buongiorno

La cessione di Buongiorno al Napoli non ha però solamente lasciato dei vuoti, ha anche riempito (e tanto) le casse del Torino: vendendolo, la società granata ha infatti ricavato 35 milioni, che potrebbero poi diventare 40 al raggiungimento di determinati bonus (4 dei 5 milioni previsti dai bonus sono più o meno facilmente raggiungibili). Soldi che però solamente in parte verranno utilizzati nel mercato in entrata. Negli ultimi sei anni il Torino ha sempre chiuso i bilanci in rosso (-9.563 milioni si leggeva nell’ultimo, quello del 2023; -6.831 milioni in quello del 2022; e negli anni precedenti, anche per via del Covid, i numeri erano stati peggiori). Il sacrificio di Buongiorno servirà anche a riportare quel segno più nei conti che manca dal 2017. Ed è anche per questo motivo che Vagnati, sia per il laterale sinistro, sia per i difensori centrali, sta ora cercando di imbastire trattative con la formula del prestito con diritto oppure obbligo di riscatto nell’estate del 2025.

Mercato granata: gli incassi del Toro

Dei 35 milioni incassati per la cessione di Buongiorno, al momento ne sono stati reinvestiti appena 8,5: uno per il riscatto del cartellino di Masina dall’Udinese e 7,5 per l’acquisto di Coco (e nei prossimi mesi potrebbero essere versate nelle casse del Las Palmas altri 2 milioni legati ai bonus). Paleari è poi arrivato dal Benevento a zero, con il club campano che lo ha liberato per risparmiare sull’ingaggio del portiere ritenuto troppo alto per il campionato di Serie C, mentre Adams è stato pescato dalla lista degli svincolati, dopo che il suo contratto con il Southampton era scaduto. Al momento dunque, in questa sessione di mercato il Torino ha incassato 26,5 milioni in più rispetto a quanto speso, ma i numeri potrebbero ancora cambiare, anche perché in rosa ci sono giocatori come Radonjic e Seck - per citare alcuni esempi, ma non sono gli unici - che non rientrano più nei piani societari.

Cairo: il tempo scorre

A pochi giorni dall’inizio del campionato la squadra è incompleta: quella difesa che tanto bene aveva fatto lo scorso anno è stata smantellata e al momento è arrivato un solo nuovo centrale (per l’appunto Coco) con Masina e Vojvoda, che nella scorsa stagione erano delle alternative, promossi a titolari (l’esterno kosovaro, oltretutto, ha cambiato ruolo, data l’emergenza). A proposito di uscite in difesa, in totale sono state quattro, perché oltre agli addii di Buongiorno, Rodriguez e Djidji c’è stato da registrare anche il mancato riscatto di Lovato. Oltre a nuovi centrali, serve poi un esterno sinistro di piede mancino che possa colmare quel buco a sinistra che c’è da anni. Insomma, di lavoro da fare per Cairo e Vagnati ce ne sarebbe ancora tanto da fare e i soldi non mancherebbero. Ciò che inizia a ridursi significativamente è invece il tempo, a due settimane dalla fine del mercato.

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