Kalulu: tecnica e duttilità
Come detto il suo rendimento è calato nella stagione successiva, quando i dribbling subiti sono saliti a 0,5 a partita su 2,6 contrasti tentati: ma tra i difensori con più di 2,5 contrasti tentati a partita comunque solo Perez (Udinese) e Dawidowicz (Verona) avevano fatto meglio (0,4 su 2,8). Kalulu è abile a giocare uomo contro uomo e con molto spazio alle spalle: situazioni in cui, volendo occupare la metà campo avversaria, attaccare con molti uomini ed essere aggressiva nel pressing, soprattuto a palla persa, la Juventus si troverà con una certa frequenza. Situazioni in cui, a parte Bremer, gli altri difensori bianconeri fanno un po’ più fatica. La manovra bianconera dovrà però nascera dalla costruzione bassa, volta ad attirare gli avversari per creare spazio da attaccare alle loro spalle, uno dei cardini dell’idea di calcio di Thiago Motta. E qui veniamo alla tecnica e alla duttilità.
Kalulu: bene anche nell'assetto a 3
Nato terzino destro e trasformato in centrale da Pioli, Kalulu può intanto coprire entrambi i ruoli, trovandosi perfettamente a proprio agio anche nell’assetto a tre che la Juve assume spesso quando costruisce, con Cambiaso che si stacca dalla linea dei difensori e va ad affiancarsi a Thuram in mezzo al campo. E può partecipare con sicurezza al fraseggio, visto che nel vecchio ruolo di terzino era comunque abituato a spingere e giocare la palla: nelle due stagioni in cui ha giocato con continuità ha avuto una percentuale di passaggi dell’89%, salita al 93% e 92% limitatamente ai passaggi corti. Velocità, piede e passato da terzino che dovrebbero permettergli anche di inserirsi con profitto quando gli si presenteranno davanti quegli spazi in cui Motta vuole che i giocatori si inseriscano sempre. Ecco perché la Juve ha scommesso su Kalulu.