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TORINO - Da anni i tifosi granata si sentono invischiati mani e piedi dentro a un labirinto. Un labirinto che non è solo composto da muri di rabbia. Domina anche una frustrazione annichilente perché l’ossigeno manca sempre di più, l’entusiasmo viene pugnalato ciclicamente alle spalle non appena si dipana qualche brandello di vaga speranza, di progettazione, di crescita, anche se pur sempre tra le pieghe del cairismo. <
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