Sul Milan aleggia Allegri, Fonseca è già sulla graticola

La sconfitta di Parma alimenta le prime voci negative sul tecnico. L’anticipo contro la Lazio diventa già un crocevia per il portoghese. Ma Ibrahimovic è schierato con lui

MILANO - Se alleni il Milan, se sei all’inizio della tua avventura e l’ambiente è tendenzialmente già contro fin dal momento della scelta del club di assumerti e inizi il campionato con un punto (acciuffato al 95’) in due partite contro una squadra da metà classifica e una neo promossa, è difficile pensare che la tua panchina non inizi già a traballare. È questo il destino di ogni allenatore, è questo quanto rischia di vivere Paulo Fonseca nei prossimi giorni in vista della delicatissima trasferta a Roma di sabato contro la Lazio, un primo vero crocevia dell'annata rossonera. Un risultato negativo renderebbe infuocata la sosta di settembre per l’allenatore portoghese e accenderebbe le voci su possibili successori, una delle quali ha già iniziato a circolare negli ambienti milanesi e torinesi: il profilo sarebbe quello di Massimiliano Allegri.

Fonseca, subito in salita l'avventura al Milan

Ovviamente Fonseca oggi non è in discussione, almeno per quanto concerne la società. Il portoghese è stato selezionato dopo un lungo casting, una scelta protetta più volte a parole dai dirigenti - Furlani e soprattutto Ibrahimovic - ed è stato ingaggiato con un contratto lungo fino al 2027. Impossibile, quindi, che il club stia già pensando di "mollare" un allenatore per il quale si è messo in una posizione scomoda con una parte importante della tifoseria. Fonseca sarà difeso, ovviamente, però tutti si aspettano una reazione anche perché alla fine, si sa, chi paga è l'allenatore e pure Giampaolo, che Maldini e Boban avevano scelto nel 2019 dipingendolo quasi come un nuovo Sacchi, fu esonerato a inizio ottobre dopo 9 punti in sette giornate.

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A Parma peggio che col Torino. Allegri aleggia

Il Milan di Parma è stato peggiore di quello dell’esordio col Torino - e già lì era andato male... -, i giocatori sembravano disorientati, confusi. Non sembra esserci per ora compattezza fra i reparti e l’atteggiamento di alcuni senatori come Theo Hernandez e Leao - che ha pure trovato il tempo di litigare in campo con un tifoso (ieri la spiegazione di quanto accaduto, rigorosamente sui social) non è un bel segnale. C’è un problema strutturale che il mercato non sembra finora aver corretto. Certo, presto il mediano difensivo Fofana entrerà stabilmente in formazione, ma un singolo giocatore non potrà bastare per trasformare una squadra oggi troppo squilibrata. Probabilmente Fonseca dovrà ragionare se insistere col 4-2-3-1 o passare a un più ordinato 4-3-3, con un centrocampista puro in più, anche perché i quattro elementi offensivi dell’attuale modulo non tornano in difesa e pure i terzini - in primis Theo - faticano a correre all’indietro.

Ieri la squadra ha goduto di una domenica di riposo e riflessioni, oggi pomeriggio a Milanello ci sarà la ripresa ed è probabile che arrivino anche i dirigenti per serrare le fila e fare un punto della situazione. A Roma servirà un Milan diverso, tatticamente e mentalmente. Era dalla stagione ’11-12 che il Milan non partiva così male non vincendo una delle prime due partite e all’epoca in panchina c’era proprio Allegri, oggi libero e in attesa di una nuova esperienza. Il tecnico livornese, che a Milano ha vinto lo scudetto nell’annata ’10-11, come altri colleghi era stato probabilmente sondato in primavera e oggi non avrebbe problemi ad accettare il ritorno in rossonero. Anzi, per indole, preferirebbe la soluzione milanese a una all’estero o in altre parti d’Italia. Ibra lo conosce, è stato allenato da lui. Allegri non avrà idee rivoluzionarie come Fonseca, ma il Milan, se il vento non cambierà fra una settimana o entro un mese, potrebbe ritrovarsi nella situazione di dover pensare in maniera concreta e pragmatica.

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MILANO - Se alleni il Milan, se sei all’inizio della tua avventura e l’ambiente è tendenzialmente già contro fin dal momento della scelta del club di assumerti e inizi il campionato con un punto (acciuffato al 95’) in due partite contro una squadra da metà classifica e una neo promossa, è difficile pensare che la tua panchina non inizi già a traballare. È questo il destino di ogni allenatore, è questo quanto rischia di vivere Paulo Fonseca nei prossimi giorni in vista della delicatissima trasferta a Roma di sabato contro la Lazio, un primo vero crocevia dell'annata rossonera. Un risultato negativo renderebbe infuocata la sosta di settembre per l’allenatore portoghese e accenderebbe le voci su possibili successori, una delle quali ha già iniziato a circolare negli ambienti milanesi e torinesi: il profilo sarebbe quello di Massimiliano Allegri.

Fonseca, subito in salita l'avventura al Milan

Ovviamente Fonseca oggi non è in discussione, almeno per quanto concerne la società. Il portoghese è stato selezionato dopo un lungo casting, una scelta protetta più volte a parole dai dirigenti - Furlani e soprattutto Ibrahimovic - ed è stato ingaggiato con un contratto lungo fino al 2027. Impossibile, quindi, che il club stia già pensando di "mollare" un allenatore per il quale si è messo in una posizione scomoda con una parte importante della tifoseria. Fonseca sarà difeso, ovviamente, però tutti si aspettano una reazione anche perché alla fine, si sa, chi paga è l'allenatore e pure Giampaolo, che Maldini e Boban avevano scelto nel 2019 dipingendolo quasi come un nuovo Sacchi, fu esonerato a inizio ottobre dopo 9 punti in sette giornate.

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