Koop il mostro, Pavard invece tenace. Iling sospetto, ma Casadei gioiello...

Le narrazioni grottesche del calciomercato, a seconda se sia coinvolta la Juventus o meno: situazioni simili, a volte addirittura identiche, raccontate in maniere opposte
Koop il mostro, Pavard invece tenace. Iling sospetto, ma Casadei gioiello...

La consapevolezza del rischio di diventare ripetitivi non può prevalere sull'esigenza di raccontare settimanalmente la straordinaria faziosità dei commenti relativi alle vicende bianconere. Durante la stagione si punta su scandali arbitrali anche in annate non esattamente fortunatissime per la Juventus come quella da poco terminata ma una volta ogni due anni circa si può contare anche sul bonus giustizia sportiva (e non): l'indignazione passa così serenamente da un calcio di rigore non assegnato all'esame di Suarez, definito da rinomati organi di informazione perfino "lo juventino Suarez" - e chi se ne importa se emerge la totale estraneità della società: la condanna popolare non si cancella - per proseguire con le famigerate plusvalenze di giocatori veri che si spostavano (l'anomalia deve essere stata quella, a pensarci bene, visto che altre competitor utilizzavano altri stratagemmi): scandalizzavano due anni fa ma oggi non sono finalmente più la priorità di media con la bava alla bocca, procure incompetenti e anche competenti, da cui aspettiamo invano notizie sugli affari di Napoli, Roma e altre squadre ormai da diversi mesi.

D'estate, tuttavia, domina il mercato e talvolta l'indignazione raggiunge vette ancora più irraggiungibili: la rabbia manifestata per le trattative targate Giuntoli ci sta facendo rivivere momenti indimenticabili del passato. Come dimenticare l'accusa alla Juve di depredare ingiustamente le rivali quando venivano pagate clausole profumatissime per Pjanic e Higuain? Il flop sovrappeso Tevez, le leggende sulle mitiche società amiche, il "regalo" Locatelli (pagamento dilatato per quasi 40 milioni complessivi) e così via, potremmo non finire più. Si è ripartiti l'anno scorso, con la grottesca e improvvisa mostrificazione di Lukaku: atleta esemplare e simbolo del disinteresse economico e della lotta al razzismo fino all'interesse della Juventus, che in un meno di un mese lo trasforma in un essere spregevole, avido, fuori forma, senza cuore e scorretto, capace di trattare con i nemici bianconeri a ridosso della finale di Champions da disputare, salvo poi tornare la reincarnazione del gigante buono John Charles una volta raggiunto il nuovo Sivori Dybala alla Roma.

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Koopmeiners alla gogna. Ricordate Pavard e Calhanoglu...

Eccoci ai nostri giorni, dunque, a un finale di mercato che si preannuncia piuttosto vivace e all'eccellente Koopmeiners dei tempi magici all'Atalanta, forte di una promessa ormai di diversi mesi fa del club, di un'offerta monstre della Juventus e oggi oggetto di pubblica gogna perché chiede fortemente il rispetto dell'impegno preso. Il mostro, mica come un suo compagno che da un giorno all'altro ha deciso di non partire per la Supercoppa per una trattativa sbocciata (e forse sfiorita) in poche ore.

Mica come l'eccellente Pavard, assente agli allenamenti per malattia prima di ottenere il trasferimento all'Inter e una quantità infinita di altri giocatori, compreso il Calhanoglu versione tedesca, capace di esibire certificati per settimane prima di passare dall'Amburgo al Bayer. Nessuna gogna: il mostro è uno e si chiama Teun Koopmeiners.

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Iling prestito, orrore. Casadei e Carboni invece...

Ma non basta perché dopo avere acquistato Douglas Luiz per oltre 50 milioni di euro, attenuati dalle cessioni dei giovani Iling e Barrenechea, sono partiti i sospetti: il presidente dell'Aston Villa è nel CDA di Exor (fesseria colossale) e per questo regala decine di milioni all'amico John, fino al prestito secco del giovane inglese al Bologna, che sta indignando centinaia di ultrà con e senza tesserino. L'idea di prestare un giovane in una squadra di Champions, che a chi scrive pare ottima e logica, proprio non va giù ai nostri indignati speciali, certi che un ragazzo di 20 anni con quasi 50 partite nel club bianconeri, interessanti apparizioni in Champions, non valga un euro e sia stato acquistato solo per fare un favore ai potentissimi bianconeri.

Cosa avrebbero detto, allora, se qualcuno avesse investito venti milioni di euro su un ragazzo che non ne aveva fatta neanche una, di partita a quel livello, e infatti da lì in poi ha collezionato solo prestiti qua e là come Casadei? E perché andrebbe bene prestare perfino il plurielogiato Valentin Carboni, peraltro con diritto di riscatto già fissato per una squadra non in Champions League, ma non cedere temporaneamente al Bologna Iling Ir, che deve ancora compiere 21 anni? Neanche si fa in tempo a finire di scrivere che la Juve prende anche Nico Gonzalez a un prezzo piuttosto elevato ed ecco i soliti noti chiedersi come mai Commisso ceda sempre alla Juve i più forti (mia mezza idea un po' coraggiosa: forse perché li paga?), in attesa della rabbia collettiva per l'ennesimo regalo degli amici fraterni dell'Atalanta, a 60 milioni o chissà quanto. Cosa hanno in comunque i mostri Lukaku (la scorsa estate, poi tornato un bravo ragazzo), Koopmeiners, Iling, Nico Gonzalez e tutte le altre follie che ci aspettano nella promettente ultima settimana di mercato? La risposta non è facile. Ma se la trovate, vi basteranno queste righe per capire mezzo secolo di racconto del calcio italiano.

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La consapevolezza del rischio di diventare ripetitivi non può prevalere sull'esigenza di raccontare settimanalmente la straordinaria faziosità dei commenti relativi alle vicende bianconere. Durante la stagione si punta su scandali arbitrali anche in annate non esattamente fortunatissime per la Juventus come quella da poco terminata ma una volta ogni due anni circa si può contare anche sul bonus giustizia sportiva (e non): l'indignazione passa così serenamente da un calcio di rigore non assegnato all'esame di Suarez, definito da rinomati organi di informazione perfino "lo juventino Suarez" - e chi se ne importa se emerge la totale estraneità della società: la condanna popolare non si cancella - per proseguire con le famigerate plusvalenze di giocatori veri che si spostavano (l'anomalia deve essere stata quella, a pensarci bene, visto che altre competitor utilizzavano altri stratagemmi): scandalizzavano due anni fa ma oggi non sono finalmente più la priorità di media con la bava alla bocca, procure incompetenti e anche competenti, da cui aspettiamo invano notizie sugli affari di Napoli, Roma e altre squadre ormai da diversi mesi.

D'estate, tuttavia, domina il mercato e talvolta l'indignazione raggiunge vette ancora più irraggiungibili: la rabbia manifestata per le trattative targate Giuntoli ci sta facendo rivivere momenti indimenticabili del passato. Come dimenticare l'accusa alla Juve di depredare ingiustamente le rivali quando venivano pagate clausole profumatissime per Pjanic e Higuain? Il flop sovrappeso Tevez, le leggende sulle mitiche società amiche, il "regalo" Locatelli (pagamento dilatato per quasi 40 milioni complessivi) e così via, potremmo non finire più. Si è ripartiti l'anno scorso, con la grottesca e improvvisa mostrificazione di Lukaku: atleta esemplare e simbolo del disinteresse economico e della lotta al razzismo fino all'interesse della Juventus, che in un meno di un mese lo trasforma in un essere spregevole, avido, fuori forma, senza cuore e scorretto, capace di trattare con i nemici bianconeri a ridosso della finale di Champions da disputare, salvo poi tornare la reincarnazione del gigante buono John Charles una volta raggiunto il nuovo Sivori Dybala alla Roma.

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