David, sempre David, fortissimamente David. L’incredibile ottobre del Lille ha portato in dote ai francesi, sul palcoscenico della Champions, una doppia affermazione sulla Madrid del pallone: prima il successo casalingo sul Real, quindi la rimonta vincente sull’Atletico in terra spagnola. Quattro reti in totale, tre firmate – appunto – da Jonathan David. Un attaccante che, a pochi mesi dalla scadenza del contratto, non ha certo l’esigenza di farsi pubblicità. Ma che, all’indomani dello scoppiettante tris, è entrato di prepotenza nelle fantasie di tante big europee. È entrato o, in realtà, ci è semplicemente rimasto. Due club italiani, in particolare, sono da tempo sulle sue tracce, ingolositi dalle doti tecniche e atletiche almeno quanto dall’imminente ingresso nel mondo dei parametri zero: si tratta di Inter e Juventus, naturalmente, pronte a sfidarsi nel big match di domenica a San Siro e, quindi, a proseguire il braccio di ferro anche sul mercato nel tentativo di strappare il bomber canadese alla diretta rivale.
Lo scenario
Lo scenario, a ben pensarci, non risulta inedito. Proprio un anno fa, di questi tempi, si ponevano le basi per un derby d’Italia dietro la scrivania con l’obiettivo di mettere le mani sul difensore Djalò, anche lui tesserato per il Lille e anche lui prossimo all’estinzione del contratto con i transalpini. Allora la spuntò la Juventus, anticipando il colpo a gennaio a fronte di un piccolo esborso e beffando così i nerazzurri, anche se la breve avventura del portoghese a Torino non ha finora strizzato l’occhio all’operazione perfezionata da Giuntoli. Questa, però, è tutta un’altra storia e l’epilogo, per certo, sarà differente: la punta del Canada non ha infatti passaporto comunitario e i bianconeri già in estate (con Douglas Luiz e Adzic) hanno esaurito gli slot a disposizione per tesserare giocatori extra-UE. E poi il club francese, appunto, è impegnato in un’entusiasmante campagna in Champions League: l’intenzione del Lille è quella di non privarsi di alcun pezzo da novanta prima del tempo, a costo di perderlo a zero al 30 giugno.