Da orgoglioso capitano ai saluti: i motivi dell'addio
Danilo lascia la Juve: adesso è vero, adesso è sostanzialmente ufficiale. Non va al Napoli, torna in Brasile: giocherà nel Flamengo, la Juve del Brasile. La squadra che gioca nel Maracana: mica male, no? Va al Flamengo perché tante cose sono successe nella sua testa negli ultimi mesi, a partire dall'estate, quando il calcio gli era sembrato un po' meno un piacere e un po' più un lavoro. I primi mesi di questa stagione e il difficile rapporto con Motta hanno fatto frullare tanti pensieri. Da una parte c'era Conte che l'avrà chiamato decine di volte, prospettandogli un grande finale di carriera e, tutto sommato, anche una piccola vendetta sulla Juve che lo stava scaricando. Dall'altra c'era una scelta di vita, il ritorno in patria: un calcio meno frenetico e più gioioso.
Sotto sotto l'idea che in Italia c'è stata e ci sarà soltanto la Juventus, di cui è stato l'orgoglioso capitano. Saluta con affetto i suoi tifosi, quelli che ancora nei giorni scorsi lo aspettavano fuori dalla Continassa chiamandolo 'capitano'. È stato un giocatore di alto livello, ma è stato soprattutto un uomo importante in anni difficili: ci sono dei capitani della Juve che alzano i trofei e capitani che devono affrontare le tempeste, questo dice la storia. Alla fine ci si ricorda più dei primi, ovvio, che finiscono nelle foto più grandi del museo, ma ai secondi i tifosi della Juve si affezionano in modo incancellabile. Danilo lascia la Juve con uno Scudetto, due Coppe Italia e una Supercoppa, ma avrà sempre un posto speciale nella storia emotiva dei tifosi della Juve.