Per Mkhitaryan il Mondiale si chiama Inter

L'armeno martedì a Milano per visite e firma. In rosa prenderà il posto di Vidal e, in una stagione contrassegnata dalla rassegna in Qatar, avrà come unica stella polare il club nerazzurro
Per Mkhitaryan il Mondiale si chiama Inter

MILANO. Martedì Henrikh Mkhitaryan ha l’agenda piena: è atteso all’Humanitas per le visite mediche, poi al Coni per l’idoneità e infine in sede all’Inter per firmare il contratto biennale che lo legherà al club nerazzurro (4,5 milioni l’ingaggio, più un premio da 2 milioni alla firma). Determinante nella volontà di accettare la proposta di Beppe Marotta, il fatto di tornare protagonista pure in Champions. E proprio per il suo curriculum l’ad e Piero Ausilio lo hanno scelto: c’era da sostituire Vidal e l’armeno ha tutto per raccoglierne l’eredità, nella speranza che ad Appiano non si presenti la controfigura del giocatore ammirato pure a Roma (non è una battuta: è capitato già con Kolarov, fresco di addio al calcio). L’ingaggio di Mkhitaryan vale oro per la capacità, da parte dell’armeno, di disimpegnarsi in più ruoli: mezzala, regista ma pure, all’occorrenza rifinitore. Acquisto pesantissimo nell’economia di una stagione che non ammette tregua anche perché “Miki”, a differenza di tanti colleghi, non sarà impegnato al Mondiale. Mentre Asllani porterà un po’ di freschezza, l’armeno dovrà dare una cilindrata europea a un centrocampo che, oltre a Vidal, perderà pure Sensi e Vecino. Un restyling importante ma già cristallizzato nelle scelte: Simone Inzaghi avrà sia l’armeno, sia Asllani ad Appiano già il 6 luglio, quando riprenderanno gli allenamenti: un motivo in più per pensare in positivo.

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