MILANO - Avanti con la “legge” dello zero o del più e chissà per quanto tempo ancora sarà così. Il mercato dell’Inter, nonostante l’acquisto a titolo definitivo di Tajon Buchanan non cambia. Al di là delle diatribe dialettiche di fine 2023 fra sponda interista e juventina su chi sia favorito per lo scudetto in base alle spese degli ultimi anni, ci sono linee guida e bilanci a spiegare come i dirigenti nerazzurri dall’estate 2020, dopo il colpaccio Hakimi (43 milioni a fine giugno), abbiano dovuto convivere col diktat di Nanchino: basta spese folli, il saldo fra acquisti e cessioni deve essere pari o superiore allo zero. L’ultimo “Natale” sul mercato se l’è goduto Antonio Conte nel 2019, dopodiché è stato chiuso il rubinetto. Che non significa che l’Inter non abbia investito, tutt’altro, ma quello che il club ha speso, è sempre stato bilanciato da quanto incassato. Se oggi l'Inter ha potuto chiudere per l’esterno canadese del Club Bruges per 7 milioni più bonus è solo perché il mercato estivo 2023 si era chiuso con un attivo di circa 14 milioni.
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Come detto l’Inter ha speso, perché per far arrivare alla corte di Simone Inzaghi ben dodici giocatori nuovi sono serviti quasi 90 milioni, ma al tempo stesso sono usciti altrettanti calciatori della prima squadra più altri che erano in prestito (Pirola, Mulattieri, Colidio, Lazaro e Fabbian) che hanno portato nelle casse più di 102 milioni. E la stessa cosa era accaduta nelle due stagioni precedenti: nel ’21-22 il saldo finale fra entrate e uscite, considerando anche l’acquisto di Gosens nel gennaio 2022, era stato addirittura di circa 93 milioni d’attivo, grazie alle cessioni da record di Hakimi (68) e Lukaku (114,5); mentre nel ’22-23 il segno più era stato di poco inferiore ai 20 milioni. Insomma, per far quadrare i conti, la dirigenza nerazzurra non può esimersi dal cedere e nell’ultima estate lo ha potuto fare con maggiore tranquillità temporale perché il cammino della squadra fino alla finale di Champions ha permesso di mettere a bilancio ricavi importanti dalla Uefa che hanno fatto slittare la necessità di iscrivere plusvalenze entro il 30 giugno (Onana e Brozovic sono stati ufficialmente ceduti dopo il primo luglio e faranno parte dell’esercizio ’23-24).
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