MILANO - Non solo i rinnovi. Altro (benefico) effetto collaterale dell’accordo tra Suning e Pimco è il fatto che può partire l’assalto a Bento, portiere dell’Athletico Paranaense che nell’intenzione di Piero Ausilio e Dario Baccin può essere l’erede di Yann Sommer dopo una stagione di coesistenza tra i due. L’idea di prendere un numero 1 di talento “futuribile” il direttore sportivo dell’Inter e il suo braccio destro l’avevano maturata già un’estate fa quando l’Inter ha avviato un lungo corteggiamento con Trubin. Poi la necessità di dirottare altrove le poche risorse a disposizione (ovvero all’acquisto di Arnautovic: altro danno provocato dal no di Lukaku dopo che era stato lasciato libero Dzeko) e l’inserimento sulla scena del Benfica, hanno fatto svanire l’obiettivo. Benfica che aveva ricevuto un “no” proprio da Mario Celso Petraglia, presidente dell’Athletico Paranaense per Bento.
La parole di Bento sulla trattativa con l'Inter
Pure l’Inter aveva fatto più di un pensiero al brasiliano, ma di fronte alla sua incedibilità, aveva fatto pronta retromarcia incassando però il sì del giocatore, un patto che non è stato scalfito negli ultimi mesi come provano le ultime sue dichiarazioni rimbalzate da Curitiba: "Sono contento che il mio nome sia legato all’Inter, però non c’è niente di chiuso, sono soltanto speculazioni. Ora sono concentrato sull’Athletico, a dare il mio meglio perché è qui che ho conquistato tutto giocando. Spero di poter imparare quante più cose possibili per raggiungere obiettivi ancora più grandi. E se poi mi capiterà di andare via, sono sicuro che Léo Linck (suo secondo, ndr) farà un ottimo lavoro". Quest’ultima affermazione non è per nulla banale perché tutti, a Curitiba, sono convinti di avere già in Linck l’erede di Bento. Il quale, dopo l’esordio con la Seleção nelle due amichevoli giocate a marzo, è stato inserito da Dorival Junior, ct del Brasile, pure tra i convocati per la Copa America che si giocherà dal 20 giugno al 14 luglio negli Stati Uniti.
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Bento-Inter: i dettagli
Il nuovo status internazionale di Bento ha fatto sì che intorno a lui crescessero gli interessamenti di alcuni club di fascia media in Premier: nulla a che vedere rispetto all’Inter, però Ausilio non si vuole trovare nella scomoda situazione di un braccio di ferro, o peggio ancora in un’asta, favorita da Petraglia,che nel centenario dalla fondazione del club(1924-2024) non vuole certamente privarsi di un big a una cifra che non sia adeguata. Su Bento c’è una clausola valida per l’estero da 60 milioni, ma l’Inter, forte del sì del ragazzo, conta di sborsare 20 milioni per il cartellino. Esborso - anche per evitare il contropiede di qualche concorrente - che può non essere preventivamente finanziato dalle cessioni. Questo per un paio di validi motivi: il primo tecnico, il secondo legato ai tanti giovani che hanno fatto benissimo in prestito nell’ultima stagione. A livello tecnico, nella logica dei co-titolari, in porta manca un alter-ego di Sommer (Audero andrebbe acquistato per 7 milioni: troppi per un vice), per quanto riguarda il lato economico della questione, l’Inter - senza considerare Valentin Carboni - come sottolineato, ha una manciata di giovani che possono facilmente trovare asilo finanziando l’operazione in entrata per Bento. Oltre al portiere, gli obiettivi estivi sono un difensore centrale (Buongiorno primo della lista) e un attaccante che abbia il dribbling nel dna, con Gudmundsson in cima alle preferenze.