Vlahovic, perché la Juve spende così: la spiegazione

Tra sostenibilità e competitività: le ragioni che hanno spinto la società ad investire una grossa fetta del budget
Vlahovic, perché la Juve spende così: la spiegazione© /Ag. Aldo Liverani Sas

Come fa la Juventus a spendere tutti quei soldi? Ma non era economicamente in crisi? Le cifre dell’affare Vlahovic, che potrebbe essere chiuso nelle prossime ore, suscitano dubbi e innescano equivoci sulla situazione finanziaria della Juventus e sul piano varato in estate. La Juventus è un club che ha registrato 209 milioni di perdite nell’ultimo bilancio, dopo averne persi 90 nella stagione precedente. Il Covid ha picchiato duro su un club che stava cercando di trovare un equilibrio dopo tanti investimenti pesanti, sui quali svettava quello legato a Cristiano Ronaldo. 

È per questo che la Juventus ha deciso di invertire la rotta, come annunciato dallo stesso Andrea Agnelli nell’ultima assemblea dei soci, dove la ricerca dell’equilibrio (ed eventualmente del profitto) è passata davanti alla ricerca dell’espansione dei ricavi. Sostenibilità è diventata la parola d’ordine della Juventus, quella intorno alla quale ricostruire la squadra per aprire un nuovo ciclo L’addio a CR7 fa parte di questo programma nel quale l’abbattimento dei costi è uno dei cardini.

Ma allora, i 60 milioni per Vlahovic come si inquadrano? È cambiato il vento? No, perché la sostenibilità è un concetto che la Juventus ha sempre espresso insieme a quello di competitività (e Vlahovic aumenta la competitività in modo concreto), ma soprattutto perché nello stendere le nuove regole, la Juventus non si è vietata gli investimenti di mercato. Purché siano investimenti nel vero senso della parola. Non somme di denaro a fondo perduto, per giocatori che non potrebbero mai essere rivenduti a cifre consistenti (vedi Gonzalo Higuain preso a 90 milioni a 28 anni o lo stesso Cristiano Ronaldo pagato 100 a 33 anni), ma acquisti che nel giro di tre o quattro anni potrebbero essere rivenduti allo stesso prezzo, se non superiore. L’esempio, in questo senso, è Mathjis De Ligt, che costato 75 milioni (più 10 di commissioni a Raiola) oggi potrebbe fruttarne altrettanti. O Federico Chiesa, che costerà (una volta pagato tutto) circa 55/60 milioni e che ha ricevuto la corte del Bayern Monaco pronto a pagarlo 70. Certo: la Juventus spendendo 60 milioni per Vlahovic investirebbe una parte consistente della fetta dell’ultimo aumento di capitale destinata al mercato dei prossimi tre anni. Ma è noto che sono all’orizzonte cessioni e dismissioni che possono portare nuove risorse o anche alleviare i costi del monte ingaggi. Certo, vendere è sempre molto più difficile che comprare e alla Juventus lo sanno benissimo.

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