Una Juve grandi firme. Dybala, offerta più bassa però aumentano i bonus

Giorni caldi per riprendere il discorso-rinnovo, dopo le frecciatine di gennaio. Il club non vuole fare follie, ma il giocatore vuole restare: un margine d’intesa c’è
Una Juve grandi firme. Dybala, offerta più bassa però aumentano i bonus© Juventus FC via Getty Images

TORINO - Ci son stati giorni, a gennaio, in cui sarebbe stato sufficiente chiedere anche solo che ore fossero, all’amministratore delegato bianconero Maurizio Arrivabene, per sentirsi rispondere che «bisogna innanzitutto capire quanto è importante il numero 10 alla Juventus, cosa vuole dire indossare questa maglia e meritarsela». E in quei giorni il vocabolo “agente” - foss’anche piazzato in parole composte tipo salv...agente - avrebbe suscitato ulteriori riflessi incondizionati all’insegna del: «Certi giocatori hanno più attaccamento al proprio procuratore che alla maglia». (C’era appena stata una “raiolata” a tema De Ligt).

Tutt’intorno: perplessità, curiosità, dubbio. Battute: «Ma è del mestiere?» (cit ). Quasi che provare a sovvertire certe dinamiche fosse attività marziana.

Aria nuova

Adesso no, la situazione è cambiata. Là dove c’erano perplessità e curiosità ora ci sono invece Dusan Vlahovic e Denis Zakaria. E pure certi dubbi sono migrati oltreconfine insieme con Aaron Ramsey, ad esempio.

Insomma, è diventato abbastanza chiaro che chi faceva sapeva quel che faceva. E che certe puntualizzazioni non erano buttate lì “tanto per”. In soldoni, poi, è risultata chiara una cosa: non è che la Juventus non vuole/può spendere, la Juventus vuole spendere bene.

A questo punto e in questo contesto, dunque, diventa particolarmente interessante, vedere come riprenderanno le trattative per l’altro grande temone dell’inverno bianconero. Il capitolo rinnovi di chi si svincola a giugno: il contratto di Paulo Dybala in primis e quel 10 (di cui sopra) che bisogna capire quanto pesi. E quanto valga.

Diventa interessante anche perché alle puntualizzazioni dell’uno, l’ad Arrivabene, sono seguite le reazioni dell’altro. Per lo più personalissime e discrete, salvo in una occasione: lo sguardo torvo rivolto verso la tribuna dopo il gol realizzato all’Allianz Stadium contro l’Udinese, il 16 gennaio. A fine partita, il commento sibillino: «C’era un mio amico in tribuna, non lo trovavo ma lo cercavo lì», la spiegazione con un sorriso. E ancora. «Io non ho niente da dimostrare a nessuno».

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