Cuadrado: "Io resto qui. La Juve è la mia famiglia"

Le parole del colombiano: "Sul rinnovo sono tranquillo, stiamo parlando con la società"
Juventus-Fiorentina 1-0 (6 novembre 2021)

Altra partita complicata, altra rete sul finale che risolve i problemi contro la sua vecchia squadra© /Ag. Aldo Liverani Sas

MILANO - Non c’è solo il rinnovo del contratto di Paulo Dybala nell’agenda delle trattative della Juventus. Nell'elenco dei giocatori in scadenza al 30 giugno compare anche un calciatore determinante nei successi bianconeri degli ultimi anni: Juan Cuadrado, 34 anni il 26 maggio. La negoziazione tra l’esterno colombiano e la dirigenza bianconera, però, è meno turbolenta rispetto a quella che vede protagonista Dybala. Lo conferma il diretto interessato in una lunga intervista on line da oggi sulla piattaforma di Dazn: «Sono molto tranquillo, la società sta lavorando. Le parti stanno parlando. Speriamo di continuare e rimanere qui, perché sono molto contento di essere in questa famiglia, la Juventus», dice Cuadrado in questa chiacchierata che rientra nel format di Dazn chiamato “1 vs 1”. 

A scuola di dribbling

Il titolo del programma sembra fatto apposta per le caratteristiche del colombiano, dotato di uno spunto veloce ideale per saltare gli avversari lasciandoli sul posto. Un gesto tecnico sul quale il giocatore bianconero ha lavorato fin da bambino: «È qualcosa che ho allenato tantissimo quando ero piccolo in Colombia, con un allenatore che insisteva molto su come farlo, in che momento e in quale situazione. Oggi continuo ad allenare questo fondamentale. Sta qui il segreto: continuare a puntare l'uomo nei momenti in cui si può. Adesso sto cercando di giocare più semplice, perché Allegri insiste molto su questo punto. Devo cercare l’uno contro uno solo nei momenti decisivi». Uno di questi, nel corso dell'attuale stagione, è stato sicuramente il gol decisivo nell’1-0 alla Fiorentina all’Allianz Stadium, segnato al 46’ del secondo tempo, ad appena 12 minuti dall’ingresso in campo dalla panchina: «A volte lo sento, a volte parto così. Nella partita contro la Fiorentina Allegri mi ha chiamato per entrare. Mancavano 15 minuti più o meno. Io aspettavo: “Ma quando mi mette?”, pensavo. Stavo guardando il tempo perché sentivo che potevo aiutare la squadra. Per fortuna sono entrato e ho fatto il gol». Un colpo festeggiato con grande felicità, una parola che torna spesso nei pensieri del calciatore sudamericano.

Cuadrado e il ballo: la rivelazione sui compagni

[...] Uno dei suoi modi di esternare questo sentimento è il ballo: «È nel sangue, a volte sono a casa e mi metto a ballare con i miei figli. A volte metto musica tranquilla e mio figlio mi dice papà questa non mi piace è troppo lenta, perché a lui piace sentire la musica e la salsa: fa parte di quasi tutti noi sudamericani». Cuadrado prova a contagiare anche i compagni di squadra: «Dico sempre a Chiesa di ideare qualcosa che possa trasmettere allegria e felicità quando facciamo gol. Però non ci sono tanti compagni a cui piace ballare. Forse McKennie, gli altri così e così. Morata è sicuramente il peggiore».

Che fatica con Zuniga

Il programma di Dazn cerca di scoprire aspetti meno conosciuti dei calciatori. Cuadrado rivela che è stato il connazionale Zuniga l’avversario in grado di metterlo più in difficoltà: «È stato uno tosto da affrontare, quando giocava nel Napoli. Giocava spesso a sinistra e ci incrociavamo. Mi conosceva ed era troppo veloce. Non più veloce di me, ma era forte: ti spostava e si piantava molto bene quando doveva difendere». Nel tempo libero il giocatore della Juventus ama molto leggere: «Ci sono tanti libri che contengono informazioni bellissime. Quello che mi piace di più è la Bibbia perché ti fa vedere la vita in un’altra maniera». L’allenatore più severo che ha avuto è stato Francesco Guidolin all’Udinese, lo stadio più bello dove si è esibito è l’Etihad Stadium del Manchester City. Vedendo giocare Cuadrado colpiscono le sue grandi doti atletiche e tecniche. Ma c’è anche una forte componente di determinazione, come racconta il numero 11 bianconero osservando una sua foto da bambino: «Avevo il sogno di diventare un grande campione. Ero un bambino che ha creduto molto nei sogni che Dio aveva messo nel suo cuore. Non è stato facile ma quel bambino voleva realizzare il suo sogno con tanta perseveranza e disciplina. Quel bambino ha raggiunto quello che voleva».

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