Dybala, era già pronto il regalo alla Juve per il rinnovo: il retroscena

La reazione dell'argentino dopo la mancata firma: il divorzio è stato uno choc per lui, che non si aspettava una decisione così netta
Dybala, era già pronto il regalo alla Juve per il rinnovo: il retroscena© Marco Canoniero

TORINO - Un finale così proprio non se l’era immaginato Paulo Dybala: aveva già pronti gli argomenti per controbattere all’offerta della Juventus, aveva studiato insieme con l’amico di famiglia, assurto al ruolo di procuratore, Jorge Antun una strategia per la trattativa, in cui emergesse né rigidità né arrendevolezza ma disponibilità a ragionare su una proposta al ribasso, a discutere punto su punto per trovare un accordo, consapevole che la situazione era complessa, ma nello stesso tempo fiducioso che si potesse ancora andare avanti insieme. Invece la Joya è rimasta spiazzata perché i dirigenti bianconeri manco l’hanno fatto l’offerta: per il club il contratto finisce il 30 giugno e non ce ne sarà un altro. Una doccia fredda: il numero 10 bianconero ha accusato il colpo. Frastornato, amareggiato, deluso. Neppure la notte ha attutito una sensazione di disorientamento e di frustrazione dura da digerire. La 10 sulle spalle, il ruolo di capitano futuro, sette lunghi anni a Torino, simbolo del club, idolo dei tifosi, 113 gol, tutto spazzato via da tre semplici parole: fuori dal progetto. Paulo ne ha parlato con la famiglia, si è confidato con gli amici e con alcuni compagni di squadra e ancora non si capacita per l’addio e, soprattutto, per il modo in cui si è consumato.

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La reazione di Dybala

Da professionista andrà avanti, onorerà gli ultimi due mesi da bianconero. E lo farà a modo suo: la comprensibile reazione emotiva è quella di farsi rimpiangere fin da subito per far capire alla dirigenza di aver sbagliato. C’è quindi da aspettarsi una Joya sfolgorante e arrembante, come lo è stata domenica contro la Salernitana, al rientro da titolare e subito in gol. Se la condizione fisica, assai precaria nell’ultimo periodo, lo sosterrà, l’attaccante argentino vorrà dimostrare di essere ancora un diamante (la Joya), capace di trascinare la squadra nel finale di stagione. Certo, una doppietta contro l’Inter potrebbe consacrarlo e, all’opposto, creare qualche problema ambientale alla dirigenza bianconera: i tifosi, apparsi insolitamente freddi nei confronti della Joya (basta vedere l’esito del sondaggio su tuttosport.com, dove soltanto il 16.6% dei votanti ritiene che la Juventus avrebbe dovuto rispettarlo di più e fare uno sforzo), potrebbero alzare le barricate. Un’eventuale insurrezione popolare non muterà però lo scenario né farà cambiare idea alla dirigenza bianconera, apparsa quanto mai decisa ad andare avanti per la sua strada, ma certo farebbe discutere. E sarebbe la migliore rivincita per il numero 10 della Juventus, entrato nella top ten dei bomber juventini, che da qui a fine maggio conta di raggiungere e superare Roberto Baggio, distante appena due gol. E magari un finale in crescendo servirà pure alla Joya. Sarebbe un’ottima vetrina per trovare, da svincolato, una nuova squadra: l’interesse verso un campione della sua grandezza non manca, Paulo è apprezzato da molti club tanto in Italia quanto all’estero, ma al momento non è ancora arrivata una proposta accattivante che riponga Dybala al centro del progetto.

Juve, la battuta di Allegri

Un Dybala decisivo in campo farebbe sicuramente sorridere Massimiliano Allegri. Dal tecnico livornese ci si aspetta prima di tutto una battuta sulla vicenda: ha due settimane di tempo per prepararsela, tanto manca alla prossima conferenza stampa, alla vigilia di Juventus-Inter. Consapevole che tutti chiederanno reazioni sull’addio al numero 10, sarà lo stesso Max a parlarne per primo. Per il resto l’allenatore ha sempre affrontato con serenità le situazioni e lo farà altrettanto con la Joya: Paulo è un giocatore della Juventus fino al 30 giugno e, se sarà in condizioni, giocherà. Nessun cruccio, problema o rimpianto: sarà aziendalista, ma Allegri ha sempre utilizzato ciò che gli passava la società. E anche nei momenti di emergenza, non si è mai disperato. Ha dovuto rinunciare spesso a Dybala, ma non si è mai preoccupato, anche quando non poteva ancora contare su Dusan Vlahovic. E visto che c’è ancora una finale di Coppa Italia da raggiungere e vincere, come una rincorsa scudetto che sì appare complicata, ma finché la matematica dice che è impossibile, allora meglio avere la Joya pimpante e con il piede caldo. E la borsa firmata che Dybala aveva pronta da dare ai compagni per festeggiare il rinnovo sarà il regalo d’addio. Come avevano fatto in passato Paul Pogba (un orologio Rolex) o Patrice Evra (iPhone per tutti, non soltanto ai compagni di squadra): la testimonianza che i giocatori passano e la Juventus resta.

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TORINO - Un finale così proprio non se l’era immaginato Paulo Dybala: aveva già pronti gli argomenti per controbattere all’offerta della Juventus, aveva studiato insieme con l’amico di famiglia, assurto al ruolo di procuratore, Jorge Antun una strategia per la trattativa, in cui emergesse né rigidità né arrendevolezza ma disponibilità a ragionare su una proposta al ribasso, a discutere punto su punto per trovare un accordo, consapevole che la situazione era complessa, ma nello stesso tempo fiducioso che si potesse ancora andare avanti insieme. Invece la Joya è rimasta spiazzata perché i dirigenti bianconeri manco l’hanno fatto l’offerta: per il club il contratto finisce il 30 giugno e non ce ne sarà un altro. Una doccia fredda: il numero 10 bianconero ha accusato il colpo. Frastornato, amareggiato, deluso. Neppure la notte ha attutito una sensazione di disorientamento e di frustrazione dura da digerire. La 10 sulle spalle, il ruolo di capitano futuro, sette lunghi anni a Torino, simbolo del club, idolo dei tifosi, 113 gol, tutto spazzato via da tre semplici parole: fuori dal progetto. Paulo ne ha parlato con la famiglia, si è confidato con gli amici e con alcuni compagni di squadra e ancora non si capacita per l’addio e, soprattutto, per il modo in cui si è consumato.

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