Pogba e l’offerta Juve: fino a dove si può arrivare

Il Psg non avrebbe problemi a pagargli almeno lo stesso ingaggio percepito dai Red Devils, ma nell’ambiente bianconero cresce sempre più la fiducia

TORINO - Sarà che per impegni pubblicitari si fa questo e altro, ma insomma: quando veste il bianconero, Paul Pogba fa sempre un bell’effetto. E chi lo sta aspettando anche solo per ritrovare un po’ di stimoli dopo la calda notte di lunedì allo Stadium, umida di lacrime e dispiacere, avrà guardato e riguardato il modo in cui il francese accarezza il pallone con lo sponsor personale in bella vista. Casualmente, lo stesso della Juventus. Ieri il Polpo s’è messo a palleggiare con un sorriso grande così per una Skills Challenge presto diventata virale. A qualcuno quelle movenze soavi ed armoniose hanno ricordato i giochetti di Zinedine Zidane con il “piede prensile”, altri tifosi si sono lasciati andare nei loro sfoghi social a differenti paragoni illustri, altri ancora si sono giustamente chiesti: «Sì, ma quando arriva?». Ecco, chiedersi “se” arriva prima del “quando” pare rischi di diventare a breve un esercizio inutile. Ma i dietrofront nel mercato sono sempre dietro l’angolo e quindi, nonostante i buonissimi uffici del ds Federico Cherubini nel corso della sua missione inglese, anche i più inguaribili ottimisti devono darsi una calmata. Perché è vero che dalle parti coinvolte nell’affare - entourage di Pogba e vertici juventini - la fiducia non manca, anzi prende quota ogni ora che passa. Ma si deve sempre scendere nei dettagli di un accordo che, stando alle chiacchiere scambiate nel corso dell’incontro di lunedì tra l’avvocato Rafaela Pimenta (in sostituzione del compianto Mino Raiola) e i dirigenti bianconeri, avrebbe una durata almeno triennale.

Pogba, quale ingaggio?

Dettagli, perché Pogba lascerà il Manchester United per la seconda volta in carriera da svincolato dopo aver guadagnato 20 milioni netti - tra i 13 del fisso e i 7 legati ai diritti d’immagine - per sei stagioni. Firmare un campione come Paul non è operazione semplice, anche se per il momento la disponibilità garantita dal francese ad ascoltare cosa la Juve ha in mente per il suo futuro è un “particolare” che conta parecchio. Il Polpo resta nel mirino del Paris Saint-Germain che, al netto delle indiscrezioni legate a un presunto cambio nei quadri dirigenziali e soprattutto nella guida tecnica della squadra, non avrebbe problemi a pagargli almeno lo stesso ingaggio percepito dai Red Devils. Alla Continassa si spingerebbero fino alla soglia dei 7,5 milioni più 2 di bonus. Però questo è uno dei casi in cui, a meno di clamorosi cambiamenti d’umore, il progetto alla base dell’affare rischia di contare assai più del denaro. La Juventus, a chi cura gli interessi del 29enne, ha già spiegato che il giocatore sarebbe messo nel cuore del progetto di Massimiliano Allegri. Ballano motivazioni tecnico-tattiche, perché in questa squadra manca come il pane un centrocampista che racchiuda in sé fame, tecnica sublime negli inserimenti, dinamismo spinto fino a ergersi come marcatore aggiuntivo alle reti di competenza degli attaccanti, abilità nel trascinare i compagni. E ballano motivazioni extra-campo, perché Paul è un leader, convince la gente a comportarsi come lui, a sorridere come lui, a divertirsi come lui. Il che non equivale all’automatica assegnazione della maglia numero 10, ereditata dal suo grande amico Paulo Dybala e per altro già indossata dal Polpo nel corso dell’ultima stagione (2015-16) del suo primo ciclo bianconero, ma è sicuro che anche i numeri legati alla sua straordinaria popolarità abbiano un peso notevole.

La domanda social a Cuadrado

Qualche esempio? Sono 53,7 milioni i follower del francese campione del mondo su Instagram, oltre 25 milioni e mezzo su Facebook, 10,1 milioni su Twitter. Cristiano Ronaldo, Kylian Mbappé e non solo restano su un altro pianeta, però l’eco mediatica del colpo sarebbe comunque straordinaria. Poi è chiaro che a tutto l’ambiente Juve interessi soprattutto il campo, il ritorno alla vittoria e alla conquista di trofei che ai tempi del primo Pogba era una prospettiva praticamente garantita. E in questo senso la voglia di riscatto di Paul promette bene, visto che anche a causa degli infortuni il francese non ha giocato neanche la metà delle partite di campionato del Manchester United nelle ultime tre stagioni. Difatti il centrocampista sta valutando seriamente la possibilità di tornare nell’unica città e nell’unica squadra in cui si è espresso in tutta la sua completezza di giocatore top e che rende al massimo se sente attorno la fiducia di tutti. Nel corso dei quattro anni di Juventus (2012-16) il Polpo è stato una star fra le star, ma la sua capacità di attirare a sé le folle, in particolare le giovani generazioni, è un capitale da sfruttare fino in fondo. E i tifosi approfittano di qualsiasi occasione utile per informarsi. Come quando ieri, nel corso di una diretta Instagram, a Juan Cuadrado è stata formulata la domanda: «Ma Pogba torna?». Il colombiano ha risposto così: «Non so cosa dice il Panita Labile, chiedilo a lui». Già, tra Panitas (compari) ci s’intende meravigliosamente bene.

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