Juve, tutto su Depay: il rapper con il leone al seguito

L'attaccante ama la musica e i tatuaggi: il suo singolo “No love” ha più di 18 milioni di visualizzazioni su Youtube
Juve, tutto su Depay: il rapper con il leone al seguito© www.imagephotoagency.it

TORINO - Segna a ritmo di rap, Memphis Depay. O meglio ancora solo Memphis, nome di battesimo che vuole scritto sulle proprie maglie al posto del cognome, quello del padre che abbandonò la famiglia quando lui aveva quattro anni. Segna a ritmo di rap non solo perché ama quel genere di musica, ma perché la suona e la canta, fin da quando cominciava a emergere nel Psv Eindhoven e collaborava con il gruppo rap olandese dei Rotterdam Airlines. Passione mantenuta intatta negli anni, portata dietro a Manchester, dove (sponda United) si trasferì a 21 anni nel 2015 dopo aver segnato 27 gol con il Psv, e poi a Lione, dove ha cominciato a rinascere dal gennaio 2017 dopo un anno e mezzo difficile con i Red Devils.

Proprio in Francia, oltre a vivere le sue stagioni calcisticamente migliori, l’attaccante olandese che piace alla Juventus ha dato il meglio di sé anche come musicista, rilasciando attraverso social e youtube diversi singoli. Quello di maggior successo è stato anche il primo scaricabile dalle piattaforme di streaming musicali classiche, come Spotify o Apple Music: pubblicato nel 2018, si intitola “No Love” e al tempo riscosse l’apprezzamento social di Paul Pogba, che con Depay aveva fatto in tempo a giocare qualche mese al Manchester United e che a breve potrebbe ritrovarlo. Nel video si alternano le immagini di Depay che canta in uno studio di registrazione e quelle di una coppia.

Una coppia, come quella che formarono a inizio anni Novanta Dennis Depay, ghanese, e Cora Schensema, olandese. Coppia da cui il 13 febbraio 1994, a Moordrecht, vicino a Rotterdam nella provincia dell’Olanda meridionale, nacque Memphis. Lieto evento che però non riuscì a rasserenare il clima familiare, come anticipato prima, fino all’abbandono della famiglia da parte del padre. Il suo posto, come ruolo, lo prese il nonno materno Cees, vero mentore al quale l’attaccante ha dedicato uno dei suoi 47 tatuaggi, tra i quali domina l’enorme leone che occupa tutta la sua schiena. La sua morte, quando Memphis aveva 15 anni, fu un colpo duro per l’adolescente che cominciava ad affermarsi nel calcio olandese e che in quello stesso periodo, assieme alla madre, si ritrovò a essere abbandonato anche dal nuovo compagno di lei, che lasciò tutti dopo aver vinto una lotteria. «Memphis ha visto troppe cose per qualcuno così giovane, ma questo lo ha reso ancora più affamato di affermarsi», raccontava nonna Jans ai tempi del passaggio allo United. Affamato come un leone.

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