Paredes guida così: come cambia la Juve con il suo arrivo

Il regista argentino sarà il primo riferimento dei difensori, mentre Locatelli e Miretti saranno liberi di spingere di più
Paredes guida così: come cambia la Juve con il suo arrivo© Getty Images

TORINO - Il vuoto inusuale apparso a centrocampo contro la Sampdoria, Massimiliano Allegri e la Juventus lo hanno già colmato più che bene contro la Roma, però uno spazio da riempire resta, nel puzzle della squadra bianconera. Per poco. Provvederà a breve Leandro Paredes, chiamato a collegare la difesa con il centrocampo e l’attacco, la zona centrale con le fasce laterali. Con tecnica, intelligenza e rapidità di passaggio: doti con cui il ventottenne regista argentino che la società bianconera sta per prelevare dal Paris Saint-Germain dovrà rendere più preciso e veloce il trasferimento del pallone dai difensori agli altri centrocampisti o agli attaccanti, passando dal centro o dalle corsie esterne.

Doppio regista

Questo ha sempre fatto Paredes in carriera, al contrario degli altri centrocampisti bianconeri (con l’eccezione di Nicolò Rovella, destinato però al prestito) per quanto bene possano adattarsi a svolgere quella funzione Manuel Locatelli e Fabio Miretti. Che ogni tanto agiranno comunque in posizione centrale, perché è chiaro che Paredes non potrà giocare tutte le partite: d’altra parte l’ex Sassuolo lo ha fatto e bene proprio sabato contro la Roma, in coppia con Rabiot in fase offensiva, quando Miretti avanzava in posizione da trequartista, da centrale puro in fase difensiva, con ai fianchi il francese e il giovane compagno, che tornava ad abbassarsi. L’arrivo di Paredes però consentirà proprio a Locatelli e Miretti di giocare in posizione più avanzata, da mezzala, permettendo loro di sfruttare le loro capacità di inserimento e di tiro. Senza per questo togliere loro il gusto di organizzare il gioco. E’ infatti probabile che spesso l’argentino si abbassi verso i centrali difensivi, o anche in mezzo a loro, per far partire l’azione e che una delle mezzali si accentri al suo posto per ricevere proprio da Paredes o da uno dei centrali: un’azione che si era vista spesso nel precampionato e anche contro il Sassuolo, meno in seguito anche a causa dei vari infortuni. Probabile però che con l’argentino in mezzo al campo torni a essere una soluzione frequente: sia che Allegri lo schieri da vertice basso in un 4-3-3 sia che gli affianchi un altro centrocampista (Locatelli, Rabiot o Zakaria) per lasciare più libera una mezzala offensiva, Miretti oggi, Pogba quando rientrerà.

Precisione

Quello che non cambierà sarà il compito di Paredes: dettare i tempi della manovra e far circolare il pallone con rapidità e precisione. Lo splendido passaggio in verticale con cui ha innescato il gol in rovesciata di Messi il 6 agosto contro il Clermont è un saggio di tecnica e visione di gioco, ma non un manifesto di ciò che l’argentino darà alla Juventus. Di assist può servirne, ma non sono la sua specialità: otto in una stagione il massimo, nel 2017-18 nello Zenit, nessuno nella stagione passata e nel 2019-20, quattro nel 2018-19 e nel 2020-21, le altre due annate nel Psg. Uno nell’Empoli nel 2015-16 e due nella Roma nel 2016-17, le sue ultime stagioni italiane.
Più che recapitare palloni da mandare direttamente in rete agli attaccanti, il talento principale di Paredes consiste nel fare in modo che il pallone transiti da una trequarti all’altra. I dati Wyscout della scorsa stagione, riportati nelle classifiche di questa pagina che mettono a confronto i centrocampisti della scorsa Ligue 1 con almeno 10 presenze, sono eloquenti a proposito (abbiamo scelto la scorsa stagione perché in questa argentino ha giocato appena 53 minuti e i dati non sarebbero significativi). Paredes è tra i primi 10 per media di passaggi ogni 90 minuti giocati, per media di passaggi in avanti, per media di passaggi nella trequarti avversaria e per media di passaggi progressivi (ossia che comportano un avanzamento del pallone di almeno 30 metri nella propria metà campo, di almeno 15 passando dalla propria metà campo a quella avversaria, di almeno 10 nella metà campo avversaria). Giocate che l’argentino esegue con straordinaria efficacia: sua la percentuale più alta di passaggi precisi in tre delle quattro classifiche, secondo solo a Gueye in quella relativa ai passaggi nella trequarti. L’argentino non compare ai vertici delle classifiche relative alle azioni difensive (il dominio del Psg in questo senso penalizza i suoi giocatori), ma si fa comunque valere con 6,5 duelli difensivi ogni 90 minuti giocati, il 62,5% dei quali vinto (dati Wyscout sempre relativi allo scorso campionato), 4,6 palloni intercettati e 9,3 palloni recuperati. «Perché quando la palla ce l’hanno gli altri bisogna difendere», direbbe Allegri.

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