Juve, c'è un giocatore invisibile che Giuntoli non può prendere

È il gioco di qualità, grande assente nel biennio allegriano. Tocca al tecnico dare finalmente alla squadra una manovra moderna e offensiva che cancelli il recente passato, perché vincere non è l'unica cosa che conta

Cristiano Giuntoli a Los Angeles tratta con Kessie e il Barcellona nelle ore di Juve-Milan, il primo confronto ad alto livello per i bianconeri contro i rossoneri, sconfitti per 3-2 dal Real di Ancelotti, ma subito in evidenza per la qualità del loro gioco, che, quando si farà sul serio, risulterà sicuramente innervato dai sette acquisti firmati sinora, con Pioli pronto alla sterzata offensiva. Ecco, il gioco: è il calciatore invisibile che nemmeno Giuntoli può prendere, ma che Allegri deve finalmente schierare dopo due anni di troppe delusioni e di pessimi risultati. "Allegri, la cambi tu la Juve?" si chiedeva giustamente stamane Tuttosport in prima pagina, implacabile memento dei tifosi che non chiedono la luna, ma una Juve vivace, aggressiva, votata a una manovra moderna e d'attacco, mai più sparagnina e noiosa. Diciassette sconfitte incassate fra campionato e coppe nell'ultima stagione, eguaglianti l'annus horribiis 2009/2010, sono lì a ricordare quanta strada debbano percorrere l'allenatore e la squadra per riconciliarsi con i propri sostenitori e ridare loro il gusto di tifare Juve. Mai come in questo momento di rifondazione, vincere non è l'unica cosa che conta. Conta come si gioca per vincere. E non è solo una questione di mercato: un anno fa Pogba, Di Maria, Paredes sembravano la polizza per una stagione entusiasmante, rivelatasi, invece, alquanto deprimente. Kessie e Lukaku sono gli obiettivi immediati di Giuntoli. Allegri, intanto, è chiamato a cambiare la Juve: prima il Milan e poi il 3 agosto il Real ci diranno se avrà imboccato la strada giusta. Vietato sbagliare direzione.

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