TORINO - Dal romanticismo all’illuminismo nel giro di una notte. Alla botta d’adrenalina vissuta martedì sera con la qualificazione al Mondiale per club è seguito, per i dirigenti bianconeri, un mercoledì mattina meno alto dal punto di vista emotivo: calcolatrice alla mano ecco che la prossima maxi stagione juventina, infatti, durerà 11 mesi, da agosto 2024 a luglio 2025 per un totale (massimo) di 69 partite. Tante? I numeri dicono che sarebbero circa il 60% in più delle partite che la Juve avrà giocato in questa stagione. Certo, 69 match sarebbe la proiezione migliore possibile e per crederci occorre essere fan del poeta Tonino Guerra, quello de “L’ottimismo è il profumo della vita”. Bisognerebbe centrare le finali di Coppa Italia, Supercoppa italiana, Champions League (ancora da conquistare peraltro la partecipazione a queste ultime due) e Mondiale per club. In ogni caso è evidente che per Giuntoli e Manna è in arrivo un periodo di super lavoro. Anche perché oltre a dover reperire forze nuove acquistando o, ancora meglio, prendendo magari interessanti e validi parametri zero, la coppia dovrà cominciare a ragionare sul fronte rinnovi.
La Fifa e i complimenti alla Juve per la qualificazione al Mondiale per Club
Juve, rinnovi in vista: il peso di Szczesny
Al momento, infatti, c’è quasi una squadra, tra gli attuali tesserati, che teoricamente, salvo deroghe o assicurazioni private non potrà partecipare al Mondiale. È la squadra di chi ha il contratto in scadenza nel 2025, per la precisione 30 giugno. E dato che il torneo internazionale scollinerà sino al 13 luglio, data della finale, per poterli portare negli States occorrerà modificare gli attuali legami. L’elenco vede nomi illustri e una curiosità: tutti e tre i portieri in organico. Sono infatti in scadenza 2025 Szczesny, Perin e Pinsoglio. Bisognerà comunque fare riflessioni a 360 gradi per quanto riguarda il parco degli estremi difensori che hanno sempre garantito un ottimo rendimento. In teoria si potrebbe assistere anche a una conferma in blocco se non fosse che l’ingaggio del polacco (circa 6 milioni di euro a stagione) non è in linea con i parametri economici della nouvelle vague.