Una chiamata mai arrivata
E proprio quel pentimento, unito alle crepe del secondo ciclo di Massimiliano Allegri, hanno più volte illuso i fedelissimi bianconeri di Conte - ancora numerosissimi - che l’allenatore potesse tornare a sedere sulla panchina juventina. Tanto più dopo le dimissioni del presidente Andrea Agnelli visti i rapporti profondamente incrinati tra i due (dai trionfi, al voltafaccia fino alla lite con insulti e dito medio nella semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Inter). Invece Cristiano Giuntoli, il ds dello scudetto del Napoli che tifa Juventus fin da bambino e che l’estate scorsa si è insediato alla guida del progetto di rinascita sportiva del club bianconero, non ha cambiato i suoi piani: in cima alla lista dei suoi desideri ha messo Thiago Motta e non ha mai virato verso l’alternativa. Conte ha aspettato, a lungo, pronto a cogliere l’occasione nel caso in cui lo scenario in casa bianconera potesse cambiare, poi ha capito e ha ceduto al pressing di De Laurentiis, desideroso di mettersi nuovamente in gioco perché per uno come lui che vive di calcio stare lontano dai campi è una tortura.