Douglas Luiz e l'infanzia nella favela
L’infanzia di Douglas Luiz è stata un inno a tutto quello che gli occhi di un bambino non dovrebbero vedere, a tutto quello che mano non dovrebbe toccare. Eppure il centrocampista, pronto a calarsi nel 4-2-3-1 di Thiago Motta, rivendica tutto con orgoglio. "Naturalmente c’è del buono e del cattivo in ogni comunità, ma penso che le favelas dovrebbero essere più valorizzate e le persone che ci vivono dovrebbero avere più opportunità – la sua riflessione in un’intervista concessa diversi anni fa al The Guardian –. Se due persone cercano lo stesso lavoro e vantano lo stesso curriculum, ma una ha un indirizzo nella favela e l’altra vive in una zona ricca della città, per esempio, a ottenere l’impiego sarà quasi sempre la seconda. Senza motivo. E così la persona della favela rimane confusa sul perché non abbia ottenuto il lavoro. Questa è la realtà. Ma sono orgoglioso di essere cresciuto nella favela. Lì, oggi, sono diventato un esempio per tanti ragazzi, che possono sfruttare il mio esempio per raggiungere i loro obiettivi. E, una volta che li avranno raggiunti, spero che potremo pregare insieme per le persone che ci avevano detto che per noi non sarebbe stato possibile".