Lilian l’ha preso sotto braccio e, tappa dopo tappa, l’ha seguito lungo tutta la carriera: Parma, Juventus, Barcellona. Marcus e Khephren, fuor di metafora, li ha presi proprio in braccio, quando stavano quasi nel palmo di una mano e il papà imperversava sui campi della Serie A. Oscar Damani, per la dinastia Thuram, è (quasi) uno di famiglia. Il nerazzurro e il promesso bianconero li ha visti nascere. E crescere. «Khephren non ha la fisicità del fratello, in compenso è più elegante. Ma, rispetto ai tempi in cui lo tenevo in braccio, posso confermare che è comunque cresciuto un bel po’: è molto alto e in campo si sa imporre, anche se ha una struttura più agile di Marcus».
Oscar Damiani, un anno dopo Marcus e ventotto dopo Lilian, come vedrebbe l’arrivo in Italia anche da parte di Khephren?
«Molto bene, sinceramente. Un giocatore che matura nel campionato francese, molto più fisico di quello italiano, quando arriva in Serie A può completare la crescita, migliorando anche dal punto di vista tattico. E garantendo un valore aggiunto al club in cui approda, di conseguenza».