Cardinale, Maldini e gli alberi di limoni

Cardinale, Maldini e gli alberi di limoni© ANSA

Gerry Cardinale è diventato ufficialmente proprietario del Milan il primo giugno, ma ha fatto in fretta a capire tutto. Del club, di Maldini, dei tifosi, dello stadio. Lo dimostra la lunga intervista che il Signor RedBird ha significativamente rilasciato al Financial Times, la bibbia economico-finanziaria della comunità internazionale degli affari. In chiave assetto societario e di strategia di mercato, è stato molto importante il passaggio dedicato dal nuovo patron a Paolo Maldini e alla centralità del suo ruolo nel Milan campione d’Italia, ribadita durante le tre ore e mezzo di incontro “circondato da alberi di limoni e su una distesa di prosciutto crudo e mozzarella di bufala innaffiati con lo spritz di Aperol”, per citare la digressione botanico-culinaria di James Fontanella-Khan, Sara Germano, Arash Massoudi e Samuel Agini, gli autori dell’intervista. «Per me era molto importante conquistare Maldini. Alla fine abbiamo trascorso tre ore e mezza insieme: è stato fantastico». Dove l’aggettivo si riferisce sia all’esito della conversazione sia al dt medesimo che il Financial Times definisce uno dei più “venerati” Capitani del Milan. Ne ha ben donde, per ciò che Maldini è stato in campo e per ciò che egli è oggi per il MiIan: l’artefice con Ricky Massara delle scelte di mercato che, in due anni e mezzo, hanno consentito il ritorno del club ai vertici del calcio italiano. Prima che RedBird diventasse ufficialmente il proprietario del Milan, Maldini aveva chiesto chiarezza sul futuro suo e di Massara, avendo entrambi il contratto in scadenza il 30 giugno. La risposta di Cardinale è arrivata via FT: non poteva essere più chiara e, per questo, l’ex banchiere di Goldman Sachs merita il primo dieci con lode della domenica. Come ha annotato da Ivan Gazidis parlando con The Athletic, «le persone interessate al Milan sono interessate per ciò che è stato fatto. Questo non è un club in cui qualcuno arriva e dice: sentite, abbiamo bisogno di un cambiamento radicale di direzione. Francamente, sarebbe una follia».

Il secondo 10 con lode Cardinale lo merita per ciò che ha detto sullo stadio rossonero, dando un calcio ai bla bla bla, alla burocrazia, alle manfrine politiche che da quasi due anni paralizzano la questione a Milano. E non è stato un caso se, il giorno in cui ha messo piede per la prima volta in Casa Milan, Gerry si sia prima fatto accompagnare a Sesto San Giovanni per un sopralluogo sull’area dove potrebbe sorgere il nuovo impianto. Riferendosi a Carosone, il Financial Times intitola “Tu vuo’ fa l’Americano” il capitolo dedicato all’argomento: evidentemente, memore anche dell’odissea del progetto romanista by Pallotta, il veterano di Wall Street sa che cosa significhi affrontare il Gigante Burocrazia in Italia, ma lui intende svegliare il Gigante Addormentato, così definisce il Milan, riferendosi alle enormi potenzialità di sviluppo della società. Cardinale è forte delle esperienze vissute nel baseball con i New York Yankees, nel football Usa con i Dallas Cowboys, nel basket con LeBron James. «Un marchio di queste dimensioni, come il Milan, dovrebbe avere un’infrastruttura che sia indicativa della sua abilità calcistica e del suo potenziale globale. Abbiamo maturato molta esperienza con i progetti di stadi negli Stati Uniti. Milano e l’Italia meritano un impianto di livello mondiale che ospiti il meglio dello sport e dell’intrattenimento su scala globale».

E come non definire musica per le orecchie della Serie A, le parole spese a proposito del divario fra la Premier e il nostro massimo campionato? Secondo Deloitte, nella stagione 2019/20, i primi 20 club inglesi hanno generato ricavi per 5,1 miliardi di euro, circa 3 miliardi di euro in più rispetto alla Serie A. In un decennio, il vantaggio si è triplicato, ma Cardinale non ha dubbi: «C’è una grande opportunità a livello macro per la Serie A. Non dovrebbe esserci questo tipo di differenziale di ricavi sul versante mediatico fra Serie A e Premier League inglese». Annota il Financial Times: «La posta in gioco è alta per RedBird. Sebbene i suoi investimenti coprano YES, la rete sportiva regionale degli Yankees, e il Fenway Sports Group, proprietario del Liverpool Fc e dei Boston Red Sox, l’Ac Milan è di gran lunga il suo affare di più alto profilo. Non ci sono dubbi. La famiglia della mamma di Cardinale si chiama D’Annunzio, cognome decisamente impegnativo e al tempo stesso altrettanto lusingante. Sarà forse anche per questo che a Gerry piace molto una massima del Poeta: numquam deorsum. Mai in basso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...