Milan, da Retegui a Okafor: i nomi per la rivoluzione in attacco

Rebic e Origi non convincono, Ibra è un punto interrogativo, Leao sarà ceduto se non rinnova

MILANO - Nelle analisi del momento rossonero in campionato, si è detto e scritto molto. Dalla condizione fisica a quella mentale, passando per la tenuta difensiva, tornata traballante. Su tutti questi aspetti Stefano Pioli lavorerà durante la sosta: non avrà molti uomini, ma potrà contare sull’apporto e sulla fiducia dell’area tecnica, con Maldini e Massara che saranno spesso a Milanello per lavorare insieme al tecnico e trovare le migliori contromisure alla crisi, tornando così sulla strada maestra in vista del quarto di finale di Champions col Napoli, ma anche e soprattutto per la volata per il 2°/4° posto in campionato, vitale per il futuro del club e - probabilmente - degli stessi attori protagonisti sopracitati. Bisognerà lavorare anche sulla fase offensiva, perché una delle doti che avevano permesso al Milan di vincere lo scudetto, era la capacità della squadra, con qualità e rapidità, di trovare differenti e anche innovative soluzioni per andare in rete. Caratteristica che, complice il cambio di sistema e una maggiore attenzione a evitare errori in fase difensiva, si è completamente persa.

Milan, i numeri dell'attacco

Ecco perché dopo la sosta il Milan potrebbe tornare stabilmente al 4-2-3-1. Così forse potrebbe "rinascere" quel Leao che non segna dal 14 gennaio. Ma il portoghese - 8 gol in A, comunque pochi - è solo uno degli elementidi un reparto offensivo che complessivamente non sta rendendo. Giroud ha fatto il suo con 8 reti e Ibrahimovic è appena tornato, ma cosa dire dei 3 gol di Rebic (2 il 13 agosto) e dei 2 di Origi? Al Milan mancano tantissimo le reti del reparto offensivo. Il paragone con altre squadre di vertice è infatti evidente: al di là dei 43 gol degli attaccanti del Napoli, anche Lazio (28), Inter (27) e Juventus (24) hanno fatto meglio dei rossoneri, così come Roma e Atalanta a quota 22, con meno elementi a completare numericamente il reparto d’attacco. E un altro dato che fa riflettere, e che dovrà inevitabilmente portare i dirigenti a fare dei ragionamenti sul mercato, è l’età media dei giocatori che compongono questi reparti. I cinque giocatori del Milan presi in esame - Ibra, Giroud, Leao, Origi e Rebic -, complice in primis la carta d’identità dello svedese, hanno un’età media di 31,2 anni. Nessun’altra squadra di Serie A ha un pacchetto offensivo che supera i 30: l’Inter si avvicina (29,8), mentre Napoli (25,2) e Juventus (25,7) sono molto più giovani.

Milan, i nomi per l'estate

Servirà una rinfrescata in estate. Anche perché, tolto Giroud che prolungherà per un anno (il 30 settembre compirà comunque 37 anni), tutti gli altri attaccanti sono in bilico. A partire da Leao perché, senza rinnovo, il club sarà costretto a cederlo a fine stagione per non perderlo a zero nel 2024. Il domani di Ibra, al di là delle sue dichiarazioni, rimane un punto di domanda, Rebic sembra arrivato alla fine del suo ciclo in rossonero, mentre Origi, contratto da quasi 4 milioni fino al 2026, sarà difficilmente piazzabile. Servirà almeno un nuovo centravanti, ma gli attaccanti da inserire potrebbero essere anche di più, in caso di addio di Leao e Rebic. Il Milan da tempo segue Okafor del Salisburgo e fra i club italiani è il primo ad aver messo gli occhi sul neo azzurro Retegui del Tigre. Piace molto la rivelazione Balogun del Reims, ma il 21enne inglese è di proprietà dell'Arsenal e costerà molto, così come Kolo Muani dell'Eintracht e Hojlund dell'Atalanta. Attenzione anche a Openda del Lens.

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