Il Milan che verrà: Moncada, il mercato, gli algoritmi e non solo...

Il nuovo team rossonero adopera la tecnologia per scremare i profili selezionati: così cambiano le strategie
Il Milan che verrà: Moncada, il mercato, gli algoritmi e non solo...© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Il licenziamento di Paolo Maldini da parte di Gerry Cardinale ha riportato d’attualità il tema della selezione dei calciatori tramite algoritmi e big data, riproponendo divisioni di tipo manicheo tra nostalgici e innovatori, fautori della tecnologia e difensori dei metodi di una volta. In realtà non è una questione di bianco o nero. Gli algoritmi vengono utilizzati da anni ormai da tantissimi club. Billy Beane, l’inventore del metodo Moneyball nel baseball americano con gli Oakland Athletics, reso celebre dal film con Brad Pitt, non è entrato pochi giorni fa nell’universo di RedBird. Il suo nome era emerso già un anno fa al momento del passaggio di consegne tra Elliott e il fondo di Cardinale, perché Beane collabora almeno dal 2020 con il proprietario del Milan, visto che è socio del veicolo RedBall, creato da Cardinale per rilevare una quota di minoranza di Fenway Sports Group, holding di controllo del Liverpool. È da tempo che l’area degli osservatori del Milan, guidata da Geoffrey Moncada, utilizza algoritmi e big data. Ma questa attività serve soprattutto a scremare un certo numero di profili (di solito una cinquina) nei ruoli dove la società intende muoversi sul mercato.

Milan, il mercato degli algoritmi

È un’operazione molto utile perché consente di individuare elementi che hanno caratteristiche interessanti ai fini della campagna acquisti, ma che giocano in squadre di seconda fascia o in campionati minori. Calciatori che magari sarebbero sfuggiti agli osservatori. Poi, però, questa cinquina viene seguita con metodi “umani”. I talent scout vanno a visionarli e relazionano all’area tecnica, alla quale spetta l’ultima parola in accordo con le esigenze tattiche della prima squadra. Venendo al caso Maldini, è qui che in alcuni casi si è creatauna frattura tra l’ormai ex direttore dell’area tecnica e il gruppo di Moncada. La proprietà ha rimproverato all’ex fuoriclasse di avere spesso ignorato le indicazioni degli scout per virare su altri identikit, come successo con Origi. Anche se una scelta simile un anno prima con Giroud aveva portato allo scudetto. Ma qui gli algoritmi c’entrano poco: si entra nel campo della discrezionalità su età, carriera e altri parametri. Così come non sfugge che i big data possono aiutare a scoprire promesse meno pubblicizzate, ma i nomi dei ventenni in rampa di lancio sui taccuini dei grandi club sono quasi sempre gli stessi, come Victor Boniface o Randal Kolo Mouani per fare due esempi. Senza dimenticare che gli stessi esperti, abituati a lavorare con il metodo Moneyball, evidenziano una circostanza: il baseball non è il calcio. Il primo è uno sport di squadra, ma molto più simile alla somma di prestazioni individuali. Quindi si presta maggiormente all’utilizzo della tecnologia pura nella selezione. Il calcio, invece, ha variabili più collettive.

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