Galliani sul mercato del Monza: "Pinamonti e Joao Pedro difficili"

L'amministratore delegato dei brianzoli fissa l'obiettivo: "Mantenere la categoria". Ecco cosa ha detto sullo stadio e la sfida contro il Milan
Galliani sul mercato del Monza: "Pinamonti e Joao Pedro difficili"© www.imagephotoagency.it

Dopo la storica promozione in Serie A, il Monza è pronto a giocarsi le proprie chance nel suo primo campionato in massima serie. La società sta lavorando per regalare a mister Stroppa una formazione competitiva e i brianzoli sono tra i club che più si stanno muovendo in sede di calciomercato. Ufficializzato Andrea Ranocchia dall'Inter, il club guarda ai prossimi colpi. Intanto l'ad del club Adriano Galliani, ai microfoni di Radio Anch'io, su RadioRai, ha commentato: "Inseguivamo questo sogno da 110 anni. Finalmente siamo arrivati in Serie A. L'obiettivo del Monza, per questa prima stagione fra i grandi è raggiungere la permanenza nella massima serie".

Galliani sullo stadio del Monza

Non solo mercato, però: "Adesso pensiamo allo stadio e, in particolare, alla riapertura della tribuna Est, chiusa da vent'anni: bisogna aumentare la capienza e pensare ai tornelli e a tante altre cose - continua Galliani -. Ci auguriamo di aprire la Est entro la prima o la seconda giornata per arrivare a circa 16mila spettatori. La grande novità della Serie A sarà questa sosta di due mesi per i Mondiali . Bisognerà lavorare su una preparazione atletica suddivisa in due fasi".

Monza, Galliani parla di mercato

Intanto l'amministratore delegato del Monza accoglie il nuovo portiere: "Arriva Alessio Cragno, che oggi farà le visite mediche. Pinamonti e Joao Pedro sono operazioni difficili, invece, per un fatto di costi". Galliani affronta poi il tema razzismo: "Qualche stupido negli stadi c'è ma non mi sembra un fenomeno così diffuso". A proposito della sfida al Milan: "Per me e il presidente Berlusconi è difficile vedere i rossoneri come avversari. Trentuno anni non si possono cancellare". Infine sulle difficoltà del calcio nel nostro Paese: "Il campionato italiano non è più lo stesso. Ci sono campionati che fatturano tre, quattro volte in più rispetto a quello italiano, grazie a diritti tv, stadi e pubblicità. Per questo è sempre più difficile che i grandi campioni vengano in Italia".

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