Torino, Cairo: "Belotti? Abbiamo fatto il possibile, lui ha altre idee"

Il patron del club granata parla della situazione relativa al capitano, destinato ad andarsene a parametro zero al termine della stagione
Torino, Cairo: "Belotti? Abbiamo fatto il possibile, lui ha altre idee"

TORINO - Sembra essersi messo l'anima in pace, il presidente del Torino Urbano Cairo, riguardo il fatto che Andrea Belotti non rinnoverà il contratto in scadenza a fine stagione"Le cose sono chiare, se il giocatore ha altre idee, noi non possiamo fare di più, considerando il momento e l'offerta economica. Ora però dobbiamo giocare, ne abbiamo parlato troppo", ha detto ai microfoni di Radio Anch'io Sport, su Rai Radio 1. Poi la discussione è passata sui calciatori vaccinati e Cairo ha assicurato che nel Torino lo siano praticamente tutti: "Sì, a parte un paio...". Riguardo la vicenda Djokovic, questo il punto di vista del patron granata: "Una vicenda molto particolare, l'obbligo assoluto è una cosa complicata, ma a un certo livello si dovrebbe dare l'esempio. Ma io non mi sento di giudicare scelte personali". Il presidente si è detto anche contrario a un calendario internazionale sempre più fitto: "Probabilmente è vero che si gioca troppo. Un Mondiale ogni due anni potrebbe essere eccessivo, soprattutto se accoppiato con Europei, Coppa America, Coppa d'Africa".

Serie A, gli scenari futuri

Cairo ha detto la sua anche sulla riduzione a 5mila spettatori del limite di capienza negli stadi adottata dalla Lega Serie A: "La scelta è stata presa unanimemente perché caldeggiata da parte del governo. Abbiamo preferito una scelta di responsabilità, anche se in un momento in cui hai vaccinazioni, super green pass e mascherine, si è ben coperti. E tenendo conto che i contagi sono aumentati con gli stadi completamente chiusi. Le proteste di Bologna e Udinese? Credo siano abbastanza giuste, anche io non ho condiviso questo nuovo protocollo, non molto ragionevole. Pensare di giocare con 13 giocatori non positivi andando ad attingere anche dalla Primavera significa andare oltre. In Inghilterra hanno fatto cose più ragionevoli, tenendo conto che gli infortunati non vengono considerati e valutando che i giovani devono essere professionisti". Questi infine gli scenari futuri a suo giudizio: "Se un anno e mezzo fa ero assolutamente preoccupato perché non si conosceva la malattia, oggi con i vaccini è tutto più controllabile. Dobbiamo avere un atteggiamento prudente e attento alla salute ma diverso, il calcio come l'Italia deve andare avanti. È condivisibile quanto accade in Inghilterra, dove gli stadi sono pieni con gente tutta vaccinata".

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