Toro, Vagnati cerca tre jolly offensivi: sale Laurienté con Solomon

Scatto per il talento francese, condizionato dall’esame dei bilanci del Lorient. Trequarti, altri obiettivi: Strefezza e Joao Pedro
Toro, Vagnati cerca tre jolly offensivi: sale Laurienté con Solomon

TORINO - Non siamo al chi più ne ha più ne metta, ma di sicuro Vagnati non si ferma a uno o due obiettivi, quando si discorre di Zona Fantasia: quella terra di nessuno che si allunga tra la linea di centrocampo e l’area avversaria, e che invece deve essere proprietà di qualcuno secondo i dettami di Juric. Occupare zolle. Stare sempre in movimento. Ballare sui piedi di mediani e difensori. Interscambiarsi con i compagni. Favorire l’inserimento degli esterni. Volare in dribbling, creando la superiorità numerica. Infilarsi in avanti, dettare l’assist o disegnarlo. Mescolare tecnica, rapidità di pensiero e vigoria atletica. Insomma: il 3-4-2-1 garibaldino e coraggioso di Ivan. Non più come nella passata stagione con Praet (dal destino ancora incerto) e Brekalo (in fuga per scelta sua) dietro a Belotti (ancora silente, in attesa di offerte migliori del Monza, nel mentre sempre più lontano dal Toro).

Vagnati cerca, sulla trequarti, 2 rinforzi più il belga (o 3 se dovrà rinunciare a Praet). Mentre in attacco tratta Dovbyk, 24enne goleador del Dnipro e dell’Ucraina (già seguito da almeno un anno). Oppure Pinamonti dell’Inter, 23 anni, reduce dal prestito più che buono a Empoli (13 gol), inseribile nella trattativa per Bremer. Mentre sulla riserva napoletana Petagna, 26 anni, a suo tempo nella Spal di Vagnati, è ora forte il Monza: a conferma che anche dalle parti del Berlusca non hanno certezze su Belotti. Il ds sta trattando pure Joao Pedro, in uscita dal Cagliari a cifre crollate dopo la retrocessione: un vantaggio strategico ma pure tattico, dato che l’italo-brasiliano sa agire sia da prima punta/falso nueve, sia appunto dietro a un pivot. Però ha già 30 anni: spendi 7, 8 milioni come minimo e non ci farai di sicuro una plusvalenza, un giorno. Ma parlano per lui l’eclettismo tattico, la conoscenza radicata del calcio italiano e la prolificità (ultimi 3 campionati in A: 18, 16 e 13 reti).

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