Belotti e il Torino: tutti i retroscena

Juric si è speso per tutelarlo, il club aveva chiesto al Gallo la stessa chiarezza di Insigne con il Napoli
Belotti e il Torino: tutti i retroscena© ANSA

TORINO - Allo scoperto. Davide Vagnati, intervistato da Sky, mette fine alla telenovela Belotti-Toro-contratto. Parole semplici e concetti chiari. Il capitano, dopo sette anni, ha deciso di lasciare il Toro nonostante i tentativi fatti dalla società, la mediazione di Juric, l’affetto dei tifosi, le speranze dei compagni e la possibilità di giocare in una squadra competitiva. Cominciamo dalle parole del direttore sportivo. Che non lasciano dubbi. «In qualsiasi modo andrà a finire è stato o sarà qualcosa di straordinario. Andrea sta legittimamente valutando cose diverse, per rispetto di tutti dobbiamo guardare avanti in vista della prossima stagione, aspettando la sua scelta». Quell’Andrea sta valutando cose diverse è chiaro. E quel noi dobbiamo guardare avanti lo è altrettanto. Del resto il Torino, da tempo oramai, non ha digerito l’atteggiamento del giocatore che ha deciso di intraprendere la strada dell’attesa calcolata per arrivare alla fine del rapporto e scegliere la squadra in cui giocare. Al Toro, per esempio, hanno apprezzato e fatto presente al Gallo il comportamento di Insigne che ad un certo punto ha dichiarato che avrebbe lasciato Napoli per andare a Toronto.

Un atteggiamento chiaro, comprensibile visto che percepirà un ingaggio principesco: in tutta questa vicenda c’è stata trasparenza, ognuno si è preso le proprie responsabilità. I dirigenti granata, probabilmente anche Juric, avrebbero preferito sapere tutto e nel frattempo gli avevano proposto tre offerte di rinnovo molto importanti. Anche il tecnico ci ha provato. Ha fatto da scudo per tutelare il giocatore da tifosi e opinione pubblica. Ricordate quando diceva che aveva parlato con il Gallo assicurando che il giocatore avrebbe preso la decisione solo a fine stagione? Un modo per lasciarlo sereno, un atteggiamento che ha permesso al Capitano di conservare l’affetto dei tifosi fino all’ultima partita dove è stato acclamato da tutto lo stadio Grande Torino. Per non parlare dei compagni che sino alla fine hanno sperato e hanno cercato in tutti i modi di convincerlo a rimanere. Insomma, per lui si è mosso il popolo Toro, il cuore anche: perché si è mobilitata la gente sia all’interno sia all’esterno. Nessuno può dimenticare come è stato accolto il giocatore quando è stato riaperto il Filadelfia in occasione del ricordo del Grande Torino. Il Gallo, al momento, non ha ancora trovato la squadra giusta. Si è parlato del Monza ma lui stesso, dalla spiaggia di Mondello, ha smentito. Del resto il suo finale di stagione, comprese le partite in Nazionale, non lo hanno aiutato a mettersi in vetrina. Quindi aspetta e spera: al momento ci sono interessamenti di Fiorentina e Monaco. Ma lui sogna il Milan, la squadra per cui fa il tifo.

Che sia già in parola con Maldini e che si aspetti il primo luglio per l’annuncio? Non è da escludere niente. La speranza della gente è l’ultima a spegnersi ma a questo punto è chiaro che il giocatore resterà in granata solo se non sarà riuscito a trovare una squadra di suo gradimento. Sarebbe giusto? Sarebbe accettato da tutti? E allora al Toro non resta che guardare avanti. E torniamo a riprendere le frasi di Vagnati che confermano tutti gli interessamenti di mercato che Tuttosport ha riportato in questi giorni. «Abbiamo già qualche giocatore importante in rosa, ad esempio Sanabria ha grandi qualità tecniche. Pellegri? Stiamo parlando con il Monaco, abbiamo piacere di tenerlo perché è un ragazzo che ha voglia. Dire che siamo vicini al riscatto è esagerato. Dovbyk? Ci sono tante situazioni aperte, lui è un ragazzo interessante e stiamo valutando bene». Poi su Solomon: «Ha le caratteristiche giuste, poi però ci sono tanti momenti per chiudere un’operazione». E infine Joao Pedro: «Abbiamo fatto due chiacchiere con il Cagliari ma per ora non ci sono i presupposti, è presto. Ognuno cerca di fare il massimo e non ci sono ancora le condizioni giuste». Tanti nomi ma al momento nessuna certezza. Molto probabilmente prima di catapultarsi con più forza sul mercato per chiudere qualche trattativa intrapresa il Toro aspetta di cedere Bremer: con i soldi che incasserà potrà muoversi con più decisione. E prima ancora ci sono da risolvere due situazioni che Juric considera fondamentali: Praete Mandragora. Soprattutto sul belga il tecnico croato non transige, lo considera indispensabile per intraprendere un certo tipo di percorso senza dover vivere nella precarietà.

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