Torino, in arrivo 45 milioni ma Vagnati ne avrà al massimo 25

Prime indiscrezioni sulla reale entità del nuovo budget a disposizione del dt. E il monte ingaggi va abbassato
Torino, in arrivo 45 milioni ma Vagnati ne avrà al massimo 25© LAPRESSE

TORINO - Attorno al Torino ruota un segreto di Pulcinella. A mettere in moto il canovaccio è stato il dottor Balanzone: «Penserai mica che Cairo metta sul mercato tutti i soldi presi da Bremer?». «Ah no, illustrissimo?», gli fece subito da spalla Pulcinella, aggiustandosi il copricapo bianchissimo. «Eh no», ribatté il dottore in commedia, con fare saccente: «Non dirlo in giro, adesso». «Io? Svelare un segreto? Quando mai?». Capriola di Pulcinella, sipario.

I conti sulla cessione di Bremer

Facciamo due conti attorno alla cessione di Bremer: 41 milioni più 9 di bonus, 4 dei quali facilmente raggiungibili. Versamenti rateizzati su 3 anni, ma a bilancio già peseranno sin dal prossimo rendiconto in cottura nella primavera del ’23, legato al dare/avere dell’anno solare in corso. Ordunque, diciamo 45 milioni come minimo, a tempo debito. Nel frattempo, Pulcinella non ha perso tempo: e nel cortile del mercato amministratori delegati, dirigenti di altri club e agenti si dan di gomito. Non che avessero bisogno di molte confidenze, comunque. Era scontato per tutti che Cairo non avrebbe messo sul mercato l’intera cifra incassata da Bremer. Anche perché, a parte le caratteristiche storiche del cairismo nella buona come nella cattiva sorte, già solo i bilanci del Toro si conoscono eccome. Quattro rendiconti di fila chiusi in rosso: gli ultimi. In totale, perdite per 83,2 milioni, con l’ultimo bilancio a far negativamente la parte del leone: -37,8 milioni, la perdita record nell’era Cairo da quando è proprietario del Torino, 2005. I debiti al 31 dicembre 2021 erano di 103,4 milioni, contro i 112,3 milioni al 31 dicembre 2020, di cui 30 milioni verso le banche: con un ulteriore finanziamento da 20 milioni siglato nel marzo ‘22. Cogliamo proprio dall’ultimo bilancio: «L’accensione di tali finanziamenti ha consentito di ripristinare un sostanziale equilibrio tra attività correnti e passività correnti». Il cappello introduttivo, a pagina 3: «Così come il 2020, anche il conto economico dell’esercizio 2021 è impattato in misura significativa dagli effetti derivanti dalla diffusione della pandemia da Covid 19». E così si è anche allargata l’esposizione nei confronti delle banche. Non una buona notizia, ovviamente, pur se è una consuetudine generalizzata e non soltanto in A. Di sicuro appaiono incredibilmente lontani i tempi dello scudetto del bilancio: quando, nel maggio ‘17, il presidente del Coni, Malagò, premiò il Torino quale «società campione quanto al Fair Play Finanziario in Serie A e B». In mano, all’epoca, una sfilza di bilanci chiusi in attivo e neanche un euro di esposizione con le banche. I costi a bilancio nel ’21 sono saliti a 132 milioni, rispetto ai 105 del 2020. E la maggior parte è legata a stipendi e salari: 73,7 milioni, rispetto ai 56,9 milioni del 2020.

Il Torino vuole rientrare delle perdite

Il Torino di Cairo ha sì una indiscutibile solidità finanziaria senza rischi per il futuro, ma è del tutto evidente che la strategia del club si basa ora su due colonne di Ercole: rientrare anno dopo anno delle perdite attraverso la compravendita dei giocatori, ritrovando un giorno un agognato pareggio a bilancio, nonché abbassare il più possibile il monte ingaggi. Poi Cairo è Cairo, e tutti lo conoscono. Per cui nessuno nel mercato, ma davvero nessuno, si attende che metta sul tavolo 40, 45 milioni per rinforzare la squadra: un segreto di Pulcinella, per l’appunto. Ma quanti saranno realisticamente i soldi a disposizione di Vagnati? Ecco: qui saliamo di qualità nei retroscena, altro che Balanzone. E in determinati ambienti la voce già gira, tra i dirigenti e i procuratori obiettivamente più informati delle faccende granata. Nessuna commedia dell’arte, insomma.

Ecco il budget dei granata

Per cominciare, si ragiona su una ventina di milioni. Il massimo dello strappo potrebbe portare a 25, strada facendo: cioè ad agosto inoltrato, ma soltanto in caso di occasioni definiamole eccezionali o di problematiche (urgenze) altrettanto sostanziali. Il patron non è solito rivelare siffatti intendimenti, si sa. Né i suoi ds vengono sempre messi a conoscenza per tempo della reale entità del budget complessivo, finale. Ma le proiezioni emergono già con buona chiarezza anche sulla base oggettiva degli obiettivi di mercato. E così qualcosa di più specifico trapela. Di qui le confidenze, quei 20 (25 milioni al massimo) evocati al momento. Se poi Cairo ritiene che ci stiamo sbagliando e pure di parecchio (troppo alta o troppo bassa le cifra?), nessun problema: siamo pronti ad ascoltarlo e a rettificare, nel caso. Basta dirlo: il budget.

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